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«Mi ha aggredito mentre prelevavo al bancomat». Rapina in via Montebello, parla la vittima

«Mi ha aggredito mentre prelevavo al bancomat». Rapina in via Montebello, parla la vittima

di Luca Pelagatti

04 Maggio 2023, 03:01

«Quando vado a prelevare sto sempre molto attento, controllo che non ci sia nessuno intorno. E in effetti la strada era deserta. Ma di colpo, poi, è arrivato quel tale. E non c'è stato tempo per fare nulla».

A parlare è un parmigiano di 67 anni che martedì intorno alle 12 si è fermato allo sportello Unicredit di via Montebello per un prelievo. Doveva essere un gesto di routine: è diventata una brutta esperienza di quelle che non si scordano.

«Ho inserito la tessera, controllato l'estratto conto e poi digitato la somma di 50 euro che volevo prelevare. E me lo sono trovato davanti». Il soggetto descritto è un omone di corporatura massiccia sui quarant'anni che parlava con accento sudamericano ed evidentemente aspettava una vittima. E quando l'ha trovata non ha perso tempo. «Si è infilato tra me e il bancomat e ha iniziato a gridare che era fuori servizio, che avrei dovuto entrare nella filiale - prosegue il rapinato - E in un primo momento sono rimasto un po' sconcertato». Come è normale che accada: ma è durato poco. «Ho intuito che stava cercando di imbrogliarmi e gli ho detto di smetterla, di andarsene». Ma non è servito: quel tale, infatti, sempre tenendo a distanza il cliente, con la mano sinistra dietro la schiena ha iniziato a pestare sui tasti dello sportello. E lo faceva con grande abilità. «Ho avuto la sensazione che fosse abituato a farlo perché riusciva a sbraitarmi in faccia, spingermi via e intanto digitare i tasti. Tanto che alla fine ho sentito il bancomat contare le banconote e spararle fuori».

Inutile dirlo: il 67enne ormai inviperito ha cercato in tutti i modi di spingere via quell'energumeno che lo stava derubando. Ma una cosa è dirlo: molto diverso esserne capaci.

«Non riuscivo neppure ad abbrancarlo per cercare si strattonarlo, era molto più grosso di me. L'ho riempito di improperi, ho provato in ogni modo. Ma quello ha proseguito e alla fine ha arraffato i miei soldi». Un bel gruzzolo: ma il derubato ancora non poteva quantificarlo.

«Ha cercato di allontanarsi e allora l'ho seguito, ho provato a bloccarlo ma di nuovo mi ha scansato. Alla fine mi ha allungato una banconota da 50 euro, forse sperando che rinunciassi ma io ovviamente non lo mollavo. Con un colpo si è liberato e mi ha fatto cadere».

A quel punto il colpo era fatto: il bandito si è allontanato di corsa, il rapinato si è rimesso in piedi e ha composto il 113 chiedendo aiuto ai dipendenti della banca. «Un impiegato mi ha detto che non è la prima volta che accade, due settimane fa è stata la volta di una donna che era venuta a sua volta a prelevare. E poi hanno controllato e scoperto quello che temevo: io volevo prelevare solo 50 euro dallo sportello ma il rapinatore, digitando con rapidità, ha cambiato la somma ed è riuscito a prendere 1400 euro».

Una somma pesante per una rapina messa a segno senza neppure dover mostrare un'arma: solo con la forza e la sfrontatezza. «I poliziotti hanno acquisito le immagini delle telecamere con cui sperano di arrivare al bandito, di identificarlo. Io invece, per parte mia, ha imparato la lezione: ora non mi fermerò più negli sportelli in strada, sceglierò quelli all'interno». Anche se resta l'amarezza e la rabbia. «La sua faccia mi è rimasta impressa nella mente, lo riconoscerei al volo in ogni istante». Ma probabilmente non lo vedrà mai più. Anche se resta il rischio che se lo trovi davanti qualcun altro che ingenuamente pensa di prelevare. Senza immaginare di essere un bersaglio.

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