L'INCENDIO
Fino a pochi giorni fa è stato un sospetto, mentre ora è una certezza: c'è anche dell'amianto fra le macerie annerite e deformate dal fuoco che giovedì 27 aprile ha distrutto il capannone di Happy Home e del Bimbo Store in via Emilio Lepido. A certificarlo sono i risultati dei campionamenti condotti da Arpae sul cumulo di rifiuti rimasto nel piazzale ed è per questo che pochi giorni fa il sindaco Michele Guerra ha firmato un'ordinanza «contingibile e urgente» per chiedere ai proprietari dell'area e ai titolari dei magazzini distrutti dalle fiamme di iniziare il prima possibile a rimuovere le macerie classificate come rifiuti pericolosi in quanto contenenti amianto.
I campionamenti dell'aria condotti durante il rogo avevano però escluso la presenza di fibre in atmosfera, un risultato ottenuto dalla combinazione di due fattori: le alte temperature che «fondono» l'amianto riducendone la pericolosità per la salute e le tonnellate d'acqua spruzzate sul magazzino che hanno contribuito ad abbattere polveri ed eventuali fibre.
Discorso diverso per la diossina rilevata nelle ore durante l'incendio in una concentrazione 28 volte superiore al valore che in media viene misurato nei contesti urbani e produttivi. Il picco era rientrato nella norma nei giorni successivi, al pari di tutti gli altri livelli di inquinamento, tanto che Arpae mercoledì 3 maggio ha interrotto il monitoraggio della qualità dell'aria. Le piogge hanno aiutato a ripulire l'atmosfera, ma ora restano da bonificare e smaltire i rifiuti pericolosi.
Macerie tossiche
Terminato il rogo i tecnici di Arpae avevano raccolto delle macerie, spedendo un campione al laboratorio dell'Agenzia a Reggio Emilia. Pochi giorni fa è arrivato il risultato: in quel che resta del capannone c'è la presenza di amianto, quindi i cumuli di mattoni, plastica, metallo e vetro vanno trattati come rifiuti speciali pericolosi. Arpae lo ha segnalato al Comune che a sua volta ha emesso l'ordinanza.
Area da ripulire
L'assessore all'Ambiente Gianluca Borghi chiarisce il senso dell'ordinanza. «Si tratta di disposizioni rivolte ai proprietari dell'immobile incendiato e ai titolari delle attività, per la gestione dei rifiuti presenti nell'area, a seguito della conferma della presenza di amianto in copertura. La richiesta di ordinanza è pervenuta da Arpae che ha anche dettato le disposizioni da seguire in relazione alla rimozione e smaltimento dei rifiuti con particolare riferimento al "materiale contenente amianto". Proseguono pertanto le attività del Comune e degli organi preposti alla gestione e al controllo dell'area incendiata di via Emilio Lepido per assicurare la gestione della fase post incendio e il controllo delle attività di bonifica e smaltimento».
Le fasi della bonifica
Al momento è impossibile sapere la quantità di amianto presente tra le macerie, così come non si conosce la quantità di rifiuti da smaltire. Questo secondo dato sarà certo solo al termine delle operazioni di smaltimento e bonifica.
Il cantiere per ripulire l'area che è stata posta sotto sequestro però non partirà immediatamente. Potrebbe essere necessario, se tutto dovesse procedere senza intoppi, anche più di un mese, fra ricerca delle ditte abilitate alla bonifica, presentazione del piano di lavoro e la sua approvazione da parte delle autorità sanitarie. Quando si tratta di amianto la prudenza non è mai troppa e questo può allungare i tempi del cantiere.
Pierluigi Dallapina
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