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In Francia

Cavalli, il biologo parmigiano entra nell'Accademia delle Scienze

Cavalli, il biologo parmigiano entra nell'Accademia delle Scienze

31 Maggio 2023, 03:01

Il 6 giugno a Parigi diventerà membro dell'Accademia delle Scienze. Un altro traguardo raggiunto per lo scienziato parmigiano Giacomo Cavalli. Cinquantasette anni, dopo la laurea in Biologia nel nostro Ateneo ed essersi specializzato a Zurigo e Heidelberg, Cavalli vive e lavora in Francia, dove dirige il Cnrs (Centro nazionale della ricerca scientifica) di Montpellier, dal 1999.

Per la sua trentennale attività nel campo dell'epigenetica, branca della biologia molecolare che studia le mutazioni genetiche e la trasmissione di caratteri ereditari non attribuibili direttamente alla sequenza del Dna, nel 2020 ha ricevuto il Grand Prix de la Fondation pour la Recherche médicale. Il suo laboratorio, infatti, ha dato un contributo importantissimo alla conoscenza scientifica in campo medico, con la mappa tridimensionale del genoma della Drosophila (il moscerino della frutta). Ora per Cavalli è arrivato il momento del prestigioso ingresso nell'Accademia delle Scienze.

«Sono molto contento, è un riconoscimento che rappresenta però anche una missione, che è quella di diffondere la cultura scientifica» spiega lo scienziato parmigiano. Parlando del suo lavoro, ricorda che «abbiamo dimostrato che, al di là della sequenza del Dna che si sa che è il vettore delle informazioni genetiche, esiste un'altra forma di eredità che viene portata da fattori e proteine che si legano al Dna e ne possono cambiare l'architettura, cambiando anche la regolazione dei geni. Con la stessa sequenza di Dna si possono ottenere delle cellule diverse». Nella sua carriera ha studiato a fondo l'epigenetica, «un'eredità che va al di là di quello che è la sequenza del Dna». Già dai tempi dell'Università, infatti, rivela di essere stato affascinato dal fatto che «la sequenza del Dna è importante ma non esiste solo quella. Altrimenti saremmo tutti dei computer. Esistono altri aspetti che ci fanno risultare tutti diversi. Da lì ho iniziato ad approfondire questi studi». Dopo la Drosophila, «ci stiamo interessando alle cellule di mammifero e stiamo studiando anche i tumori e il loro “funzionamento” cellulare».

A Montpellier Cavalli si è subito trovato bene. «È una città a misura d'uomo - rivela - e in questo è molto simile a Parma. A livello scientifico ho trovato un ambiente molto stimolante e all'avanguardia negli studi biomedici grazie anche a una facoltà di Medicina molto antica. Oltre alla tradizione, possiamo contare su colleghi molto preparati. Qui lavoro con persone che provengono da tanti Paesi diversi e anche questo è molto bello. Nel mio team sono rappresentati una decina di nazioni. E a volte arriva qualche italiano e questa è un'ottima cosa».

Della Francia apprezza «l'apertura e la convinzione nelle proprie idee». Parma, però, rimane sempre nel suo cuore. «Rappresenta le mie radici - aggiunge - e resta un punto di riferimento. Di Parma e dell'Emilia in generale, mi mancano la gentilezza e la bellezza delle persone». Sorride se lo si considera un «cervello in fuga» e ribatte che «la ricerca in Italia è molto migliorata e nel nostro Paese si lavora sodo. Ma più che preoccuparsi dei “cervelli in fuga” bisognerebbe creare le condizioni che spingano i cervelli a venire in Italia. In Europa bisogna puntare sulla qualità e sull'eccellenza. Su questo sono ottimista».

Michele Ceparano

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