INCONTRO
Dopo Cannes, dove «Rapito» è stato accolto con ben tredici minuti di applausi, l’inossidabile Marco Bellocchio - nel pieno di una «seconda giovinezza» artistica - ha presentato ieri sera all’Astra il suo ultimo film. Assieme a lui, davanti ad una sala meravigliosamente sold out, tre membri del cast: il modenese Enea Sala, di 8 anni, che interpreta Edgardo Mortara (il bambino ebreo al centro della vicenda), Barbara Ronchi e Fausto Russo Alesi, i suoi genitori nella finzione.
«Abbiamo ricostruito Bologna a Roccabianca. Di quei mesi di riprese ricordo l’entusiasmo e anche il gran caldo. Gli attori indossavano vestiti molto pesanti…» ha esordito Bellocchio dialogando con il critico cinematografico Filiberto Molossi «“Rapito” è una storia ricostruita in vari luoghi: oltre alla stessa Roccabianca, anche Modena e Sabbioneta sono state trasformate negli esterni e negli interni di Roma. Il cinema è così». Ronchi e Russo Alesi, interpreti di altri pellicole del regista piacentino, hanno raccontato cosa significhi lavorare con lui. Per Ronchi «lo si fa in modo semplice. Ti senti capita. Sembra banale, ma è preziosa la sua educazione nel parlare con gli attori, che sanno essere degli esseri molto strani. Mentre recitiamo, infatti, viviamo momenti di intensa fragilità: siamo noi, ma nel contempo qualcun altro. Per rievocare un fatto così complesso credo ci fosse bisogno di un regista davvero sensibile, sempre presente, ma discreto; la condizione migliore per un attore o un’attrice è quella di essere lasciati liberi e lui ci riesce benissimo». Anche Russo Alesi non ha dubbi: «Essere sul set con Bellocchio è meraviglioso, è sempre un grande viaggio. Ti aiuta sia ad allontanarti sia ad avvicinarti a te stesso per raggiungere l’idea del personaggio che vuoi rappresentare. La messa in scena così non resta nella sceneggiatura, ma si fa viva e parla qui, nell’oggi».
Per quanto riguarda il piccolo Sala, l’occasione di recitare in una produzione così importante è avvenuta per caso: «Mia mamma voleva avere delle mie foto fatte bene così siamo andati nel negozio di un fotografo. Lì facevano un casting per cercare il bambino protagonista di un film. Sembrava divertente, così a casa abbiamo girato dei video per ricreare le scene che ci avevano indicato. Alla fine, dopo aver provato una scena con Barbara Ronchi, tra gli ultimi due candidati hanno scelto me». Come congedo, Bellocchio ha esortato cordialmente il pubblico a guardare con attenzione «Rapito» e a discuterne con lui quest’estate, quando farà ritorno a Parma.
Emanuele Marazzini
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