la strage di erba
Busseto Mercoledì sera al Teatro Verdi di Busseto una calorosa folla per la criminologa più famosa d’Italia: Roberta Bruzzone ha illustrato le motivazioni che hanno portato il procuratore generale della corte d’assise di Milano a proporre la revisione del caso dei coniugi Romano. «C’è una grande attenzione mediatica - ha detto alla Gazzetta la collezionista di prove – ci sono anche molte persone che vogliono avere risposte precise e io sono qui per questo stasera». Una corposa dissertazione, nella quale la Bruzzone ha avuto modo di sottolineare le numerose discrepanze fra quanto sia stato detto e ciò che invece risulta dalle prove effettuali, prima su tutte il faldone dei Ris di Parma risalente all’inizio delle indagini. Gli investigatori parmigiani, interpellati nella ricerca d’ogni possibile traccia ematica, biologica, dattiloscopica e di qualsiasi altra natura, non trovarono nulla di attribuibile a Olindo Romano e Rosa Bazzi.
La cosiddetta prova regina, una microtraccia posta sul battitacco della Seat Arosa del sospettato, fu rilevata unicamente dai carabinieri di Como, ricorrendo a una procedura non impeccabile: ad esempio nel ricorso del luminol in un ambiente eccessivamente illuminato per consentirne la corretta visibilità al momento dei rilievi. Successivamente l’attenzione è stata posta sulle correlazioni dinamiche delle violenze osservando la posizione degli appartamenti di Raffaella Castagna e dei coniugi Frigerio-Cherubini, separati da una salita di 18 gradini e un pianerottolo. La tesi difensiva illustrata ha come base l’impossibilità che Olindo e Rosa siano potuti salire senza essere visti, poiché impediti da una scala particolarmente angusta e affollata in quel momento, impossibilitati dunque al poter finire la vicina Valeria Cherubini sovrastante. A suffragio dell’ipotesi avanzata, due serie di orme del numero 44 calzature marca Capps, ritrovate nel soggiorno di casa Frigerio e sul pianerottolo, non appartenenti a nessuno degli individui identificati quella sera nel «Condominio del Ghiaccio».
Bruzzone ha infine analizzato l’evidente nullità delle testimonianze dei coniugi Romano, utilizzando come esempio le dichiarazioni di Rosa Bazzi circa la morte del piccolo Youssef Marzouk. La sospettata dichiarò di aver accoltellato ripetutamente il bambino mentre questi era in piedi sul divano dinanzi a lei: ciò è impossibile perché qualora l’infante fosse stato verticale il sangue non sarebbe colato sulla seduta sottostante, schizzando invece nello spazio di 1 metro e 60 parallelamente al terreno. Inoltre Youssef presentava un’unica ferita a scannamento, sofferenza alveolare e delle lesioni sull’emivolto, frutto queste ultime di una compressione del viso sullo schienale mentre questi era presumibilmente inginocchiato.
«Credo che sia un lavoro molto utile e che può aiutare tantissime persone - così la psicologa ci ha spiegato il perché del suo percorso nell’ambito criminologico -. È soprattutto un lavoro improntato alla ricerca della verità, che credo sia una delle cose più importanti da fare su questo pianeta».
Alessandro Frontoni
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