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Civiltà Parmigiana

Liste d'attesa nidi e materne, urgono soluzioni

Liste d'attesa nidi e materne, urgono soluzioni

di Anna Pinazzi

15 Giugno 2023, 03:01

Un incontro pubblico, organizzato da Civiltà parmigiana, ieri ha raccolto le voci di genitori, professionisti del settore, insegnanti e mondo della politica per parlare della soluzione alle lunghe liste di attesa nei servizi dell’infanzia.

I dati, proiettati nella sala del Circolo della rugby Parma, hanno così riassunto la situazione attuale nella nostra città: a fronte di 3.098 domande presentate, restano 1.293 bambini ancora in lista d’attesa. «Un numero veramente importante - commenta Maria Federica Ubaldi, capogruppo di Civiltà parmigiana in consiglio comunale -. Il problema, inoltre, è che l’Isee non è un criterio di graduatoria del bando, quindi le famiglie che restano fuori da questa lista non saranno necessariamente quelle che potranno affrontare la retta di una scuola privata».

Retta che è sempre più alta come emerso dai dati riportati.

Rientrare o meno nelle graduatorie può cambiare l’intera organizzazione familiare: se il bambino non frequenta l’asilo, bisogna trovare soluzioni alternative come baby sitter, appoggiarsi all’aiuto dei nonni, prolungare la maternità. Tutto questo incide sull’aspetto economico e anche sulla continuità del percorso educativo. Come raccontato da Ilaria Trimigno, una mamma che è intervenuta durante il dibattito per riportare la sua esperienza: «È da due anni che provo a iscrivere mio figlio seguendo la prassi prevista per gli asili comunali, ma ancora non ci sono riuscita - rivela -. Per un genitore questo ha un forte impatto economico ed emotivo. Parlando con un collega, ho scoperto che suo figlio, con lo stesso punteggio del mio, era stato preso nell’asilo da loro segnato come settima preferenza. Mio figlio, invece, non è passato, nonostante quell’asilo fosse la nostra terza preferenza. Mi chiedo allora quali siano i criteri per stabilire le graduatorie».

Il problema delle liste d’attesa non riguarda solo le famiglie, ma anche gli asili privati, che avrebbero posti da mettere a disposizione anche per quei bambini che rimangono esclusi dal servizio comunale, ma che hanno poche risorse economiche o umane (un altro problema emerso è quello della mancanza di personale) e aspettano una convenzione col Comune: «Le spese aumentano esponenzialmente e nessuno ci aiuta: i posti ci sono e noi vogliamo offrirli, ma dobbiamo essere aiutati e messi nella condizione economica di poterlo fare - concordano Clio Bigaro e Marcello Zoni, responsabili di due scuole d’infanzia private -. Se ci fosse un’apertura del Comune a convenzionarci, da un numero minimo di 26 bambini potremmo arrivare a tenerne quasi il doppio».

La soluzione, per Civiltà parmigiana, sarebbe infatti quella di tornare al servizio integrato tra pubblico e privato. In particolare, al «Sistema integrato Zero-sei, che è già una realtà in molti comuni vicini a noi» afferma Giusy Rubano, esponente di Civiltà Parmigiana. «Tra gli strumenti che l’amministrazione avrà a disposizione c’è il rinnovo di quella che è la società di gestione dell’infanzia: il futuro è un sistema integrato - conclude Giampaolo Lavagetto, ex assessore ai servizi educativi -: l’attivazione del Sistema integrato Zero-sei permetterebbe al Comune di riprendere quel ruolo di fulcro del sistema territoriale in termini di scelte strategiche, valore pedagogico e controllo delle regole per dare risposte di qualità per tutte le famiglie».

Anna Pinazzi

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