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BORMIOLI LUIGI Fidenza

Vetraria, un secolo di vita e un tutt'uno con la città

Vetraria, un secolo di vita e un tutt'uno con la città

15 Giugno 2023, 03:01

L’azienda più importante della città festeggia il secolo di vita. La «fabrica del védar», come la chiamano i borghigiani, che ha dato lavoro a migliaia e migliaia di fidentini. La ex Vetraria, ora Bormioli Luigi, nacque dopo la prima guerra mondiale, nel quadro di quella ripresa economica del Paese, nella quale gli spiriti più illuminati e le tempre più audaci cedettero. Sorse cosi, nell’allora centro emiliano di Borgo San Donnino, ribattezzato poi con l’antico nome di Fidenza, la fabbrica italiana «Folembray».

Il nome venne assunto in base a un accordo tecnico-commerciale con la società francese Folembray, che si era imposta anche in Italia con i suoi isolatori di vetro per le linee ad alta tensione. Lo stabilimento entrò in esercizio nell’aprile del 1923 per la fabbricazione di isolatori in vetro verde, sotto la guida del dottor Lecroix, direttore tecnico della Folembray. Ma nonostante questa competente guida, dopo appena quindici giorni si dovette sospendere il lavoro e spegnere il forno perché il fondo si stava distaccando. Il guasto fu riparato e all’impianto vennero apportate le opportune modifiche. L’azienda venne inaugurata ufficialmente il 17 giugno 1923 alla presenza, dall’allora presidente del Consiglio, Benito Mussolini, che era venuto in visita a Borgo San Donnino.

I cordiali contatti fra la società italiana e la francese si risolsero anche sotto altre forme e riuscirono molto utili agli effetti del miglioramento quantitativo e qualitativo della produzione. Sta di fatto che nel 1927 venne raggiunta la lavorazione giornaliera di 18 tonnellate di vetro. La produzione degli isolatori, iniziatasi per la bassa tensione, si estese successivamente alla media tensione e in fine agli isolatori rigidi a più campate per alta tensione. Nel 1929 la Folembray d’Italia prese la denominazione di Fidenza Società anonima Vetraria, trasportando gli uffici amministrativi e di vendita a Milano. Tra l’altro si iniziò la fabbricazione dei prodotti per vetrocemento, dei vetri colorati per segnali stradali, di vetro resistente per speciali impieghi. E per tali rami di produzione vennero fatti studi e prove, specialmente per l’introduzione di composti affinanti nelle miscele vetrificabili.

Questo processo di sviluppo e di perfezionamento della produzione venne arrestato dalla seconda guerra mondiale che, non solo fermò la produzione, ma distrusse quasi completamente lo stabilimento. La ripresa avvenne nel 1946 con quanto degli impianti era stato salvato dai bombardamenti: un piccolo forno diurno e un forno di ricottura doppio. Nel frattempo squadre di operai con coraggio, tenacia e tanta vitalità, rimuovevano le macerie per far posto al nuovo stabilimento della Fidenza S.A. Vetraria.

Negli anni a seguire si lavorarono due tipi di vetro: uno con composizione adatta alla fabbricazione di isolatori e vetrocemento, l’altro alla fabbricazione di articoli casalinghi: bicchieri, calici, vasi, piattini e vetri per l’illuminazione, sia interna che stradale. Questi prodotti hanno permesso alla Fidenza S.A. Vetraria di espandersi, conquistando il mercato italiano e sui grandi mercati mondiali in seguito.

Successivamente le strategie imprenditoriali hanno portato grandi cambiamenti negli assetti aziendali e nelle denominazioni che si sono susseguite. In cento anni di attività si sono alternate diverse proprietà: Montedison, Vetri di Fidenza - Gruppo Varasi, Bormioli Rocco, Banca popolare di Lodi, Banca popolare di Verona, Capital Vision (fondo finanziario americano), Bormioli Luigi.

Oggi questa azienda, nonostante festeggi cento anni di attività, è ancor più in espansione e si chiama appunto Bormioli Luigi Fidenza. Questa è la storia della fabbrica «dal vèdar». Si potrebbe definire la sua storia un romanzo e forse anche un'epopea, perché le aziende sono creature di vita come gli individui e hanno i loro drammi e le loro glorie, nonché la loro poesia. Ma per vedere tutto questo basta andare in via Martiri della libertà, per incontrare e rivivere questa favola lunga un secolo.

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