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Massacrato di botte vicino al circolo: incastrati gli aggressori

Massacrato di botte vicino al circolo: incastrati gli aggressori

17 Giugno 2023, 03:01

Si era risvegliato in ospedale ricordando solo il primo colpo. Quello che lo aveva scaraventato a terra, prima del black out. A 20 anni si era ritrovato su un letto del Maggiore con la bocca distrutta e un trauma cranico. Accanto, i genitori, attoniti e spaventati, che gli chiedevano cosa fosse accaduto la notte precedente vicino al circolo Mu di via del Taglio. Lui ricordava solo il volto di chi l'aveva fatto finire sul pavimento, non che qualcun altro si fosse poi ancora accanito su di lui. Ma alcuni amici avevano visto, inquadrato volti e gesti. Così, a processo sono finiti due giovani albanesi (27 e 28 anni) e un 26enne parmigiano, tutti accusati di lesioni pluriaggravate. Il 27enne, fedina penale non proprio immacolata, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi, mentre il connazionale è stato assolto, come peraltro chiesto dal pm Porta. Due anni, invece, per il 28enne parmigiano. Il giudice Magnelli gli ha concesso la pena sospesa.

Un'aggressione brutale, tanto che solo due settimane dopo il ragazzo si era rimesso in piedi per andare in caserma a presentare la denuncia formale. E poi erano stati necessari tre interventi e una lunga serie di visite di controllo per preservare l'arcata gengivale. Di quella notte tra il 26 e il 27 novembre 2016 aveva però un solo ricordo nitido: il cazzotto violentissimo di quel ragazzo che conosceva. Erano poi stati alcuni suoi amici a riferirgli che dopo quel primo colpo, un altro ragazzo gli aveva piazzato un calcio sulla bocca mentre tentava di rialzarsi. Con il terzo giovane, poi assolto, ci sarebbe stata solo una discussione piuttosto animata, benché poi non avesse fatto nulla per intervenire in suo aiuto.

Forse vecchie ruggini tra il ventenne e gli aggressori. Nemmeno lui ha saputo spiegare il perché di quella violenza. Ma tutti si conoscevano. E lui non ha avuto incertezze quando ha dovuto indicare i loro volti tra le immagini mostrate dai carabinieri.

G.Az.

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