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Val Taro

Fungaioli preoccupati: «Vogliamo i permessi per la raccolta»

Fungaioli preoccupati: «Vogliamo i permessi per la raccolta»

di Valentino Straser

18 Giugno 2023, 03:01

La febbre del fungo è tornata a salire con il «tam tam» della crescita dei porcini, favorita dalle condizioni meteo di una primavera anomala. Come di consueto, frotte di appassionati si sono riversati in questi giorni alle biglietterie della Valtaro per il rilascio dei permessi di raccolta dei funghi. Purtroppo varie persone hanno segnalato la difficoltà a reperire i biglietti e i disagi indotti da un viaggio «a vuoto». E le rimostranze non sono mancate da parte di vari fungaioli.

Per la Valtaro, il fungo porcino, rappresenta una tradizione di lunga data che diventa un’opportunità di crescita per il futuro dell’economia della Valle e un volano per il turismo. A parlare sono i dati: oltre 48mila presenze rilevate in sole due settimane lo scorso autunno per un giro di affari di circa mezzo milione di euro a stagione. Una risorsa notevole per l’economia e lo sviluppo della zona, la cui gestione è affidata al Consorzio Comunalie Parmensi, che da anni assicura l’assistenza e la sorveglianza al patrimonio boschivo ed è impegnato nella valorizzazione del fungo. Quest’anno, però, potrebbe essere un anno particolare, non tanto per la crescita dei porcini, già raccolti nella valle a partire dall’inizio di maggio e che stanno spuntando nei boschi in questo periodo, ma per intoppi organizzativi sorti in questi giorni. Il «sistema fungo - spiega Mauro Delgrosso, gastronomo -, è una delle poche risorse che abbiamo, bisogna cercare di cambiare il paradigma nella gestione. Senza mettere in croce nessuno per errori passati, ma iniziando ad avere un approccio diverso, più scientifico e soprattutto sostenibile».

Sempre secondo Delgrosso, «tutti gli enti della montagna sono sotto organico e finora hanno fatto miracoli per sopperire a una gestione complessa. Per regolare la raccolta di funghi – prosegue – occorre partire dalla legalità, scoraggiare l’abusivismo, rafforzare i controlli e assumere persone competenti e specializzate».

La raccolta di funghi si apre in un ventaglio più ampio, infatti, si concentra in un periodo di poche settimane e, soprattutto, nei weekend riversando nella valle migliaia di appassionati, creando un delicato equilibrio, quindi, fra economia, turismo e sostenibilità ambientale che necessita di studi scientifici appropriati.

È stata lunga la strada che, dal 1993, ha portato al riconoscimento del marchio IGP per uno dei prodotti più caratteristici della Val Taro: il Fungo Porcino. Una premessa importante per far diventare un prodotto già noto a livello mondiale ma, tutto sommato, di nicchia, di largo consumo attraverso la grande distribuzione.

«La stagione dei funghi è poco prevedibile e quindi bisogna sempre essere pronti a sfruttare al meglio il periodo di crescita – ribadisce Mario Marini, presidente dei Musei del cibo di Parma e del Museo del fungo porcino di Borgotaro. In questo momento, prosegue Mario Marini, «non possiamo fare altro che auspicare una rapida risoluzione del problema e avere disponibili al più presto i permessi di raccolta».

Se il problema si pone in Alta Valtaro, le cose stanno andando diversamente in Alta Val Manubiola Bergotto, Corchia e Valbona, come segnala il ristoratore Didier Spagnoli. «Disponiamo di biglietti, acquistabili sia nel punto di vendita nella trattoria Val Manubiola, sia online. E la riposta degli appassionati è più che buona».

Valentino Straser

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