INCONTRO A FELINO
Nella sala civica Amoretti gremita di gente si è parlato di un tema che sta a cuore a molti felinesi e non solo. L’iniziativa è stata promossa dai consiglieri di minoranza del Comune di Felino Enrico Campari, Rosina Trombi, Vincenzo Caccia, Concetta Cacciani e Giacomo Della Ghezza, che da mesi sono impegnati in approfondimenti sul cantiere della cassa di espansione.
In qualità di relatori sono intervenuti l’ingegner Gianluca Zanichelli, direttore Aipo, il professor Paolo Mignosa, ordinario di Costruzioni idrauliche all’Università di Parma ed il professor Stefano Orlandini, ordinario di Costruzioni idrauliche Università di Modena e Reggio Emilia. «Doveva intervenire anche il dottor Giovanni Nucci dell’Agenzia sicurezza territoriale e protezione civile - ha spiegato Enrico Campari nel saluto iniziale - ma sembra ci sia stato un veto da parte di Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile». La serata è stata moderata dalla Chiara Corradi.
In apertura Mila Lori, sindaco del consiglio comunale dei ragazzi, ha letto l’articolo 9 della Costituzione che parla di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e della biodiversità. Il primo a prendere la parola è stato Gianluca Zanichelli, che ha parlato dell’iter burocratico e legislativo. «Dopo l’esondazione del 2014 a Parma, con i grossi problemi registrati nei quartieri Montanara e Molinetto – ha detto – è iniziata la progettazione della cassa di espansione la cui funzione è quella di evitare che a Parma possano registrarsi nuovamente eventi come quello. C’è stato un percorso che ha coinvolto diversi tavoli tecnici. Ultimate le fasi legislative ed autorizzative il 7 ottobre 2021 hanno avuto inizio i lavori. Oggi siamo al 30% della realizzazione e si prevede di concludere il tutto nel giugno 2026».
Paolo Mignosa ha invece spiegato come funzionerà la cassa di espansione mostrando un filmato nel quale si vede come opererà la cassa di espansione in dimensioni ridotte ma proporzionate. «Da tempo si parlava di interventi nei bacini idrografici – ha spiegato – i fatti del 2014 hanno dato il via alla progettazione. Va sottolineato come nel 2014 si siano registrate le massime precipitazioni degli ultimi 80 anni, se l’esondazione di quel periodo fosse successa di notte sarebbe stato di certo un dramma. La cassa di Casale di Felino potrà contenere sino a 5 milioni di metri cubi d’acqua e potrà funzionare anche in assenza dell’uomo. Al momento la funzione della cassa sarà quella di trattenere l’acqua in caso di piogge forti per rilasciarla successivamente, non avrà altre funzioni».
Stefano Orlandini ha risposto ad una domanda inerente la diga di Armorano. «Nel 2017 ho ricevuto l’incarico dall’Unione parmense degli industriali – ha detto – l a fare uno studio sulla realizzazione della diga e ho rispolverato il progetto di Augusto Terzi, fatto negli anni ‘40, progetto che è ancora oggi attuale. La diga potrebbe contenere 60 milioni di metri cubi d’acqua ed avere funzioni diverse, per uso agricolo, industriale ed anche umano. Specifichiamo che casse di espansione e dighe hanno obbiettivi differenti: a mio avviso la diga di Armorano sarebbe un gioiello che risolverebbe tanti problemi. Molti quando sentono parlare di diga molti pensano al Vajont, ma quello che è successo là oggi non potrebbe succedere grazie ai sistemi di controllo esistenti. L’importante, quando si costruisce una diga, è far sì che non possa collassare. C’è una certa riluttanza da parte dei cittadini a sentir parlare di serbatoi, ma casse e dighe non sono confrontabili».
Sono seguite domande da parte del pubblico, che ha contestato il fatto che è mancata completamente l’informazione, ma di questo i tecnici presenti, è stato detto, non hanno colpe, che andrebbero piuttosto rivolte agli amministratori del tempo. Mignosa, in merito alla funzione della cassa di espansione, ha detto che «lo scopo è quello di controllare le piene. Ci sono state sollecitazioni affinché si possa valutare l’utilizzo anche per altre attività come ad esempio l’uso dell’acqua per irrigare. Ci sono però delle questioni da risolvere. Se teniamo la cassa piena d’acqua ed arriva l’allerta per piogge forti si deve svuotare la cassa e serve tempo, ed una volta svuotata se le piogge non arrivano non avremo più l’acqua per irrigare. Servirebbe quindi un servizio meteorologico in grado di fornire i dati almeno 24 ore prima dell’evento. Una soluzione potrebbe essere quella, da valutare, di riempire la cassa a metà».
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