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Moto e prevenzione

Con i carabinieri sulla Cisa tra controlli, «pieghe» e paura

Con i carabinieri sulla Cisa tra controlli, «pieghe» e paura

di Roberto Longoni

17 Luglio 2023, 03:01

Piantonia-Berceto, andata e ritorno, piega su piega. All’ennesimo passaggio, il centauro ha memorizzato la curva con il fotografo in pettorina gialla, che fa tanto MotoGp, appostato con l’obiettivo rasoterra. È ora di dar spettacolo. Il motociclista corica la Ducati e dà gas, mentre sul sellino non è più seduto, ma aggrappato con l’interno coscia, e con il ginocchio si avvicina sempre più alla strada. Puro stile Mugello, altro che statale, limiti di velocità, veicoli (e altre moto) in viaggio nell’uno e nell’altro senso. Per come il ginocchio sfiora l’asfalto, ci si aspetta di veder balenare scintille, magari non proprio come avvenne con il «collega» che, cadendo la scorsa estate, strisciò in terra e con la moto diede fuoco a un centinaio di metri di sterpaglie o come con colui che, schiantatosi contro un’auto, bruciò tre ettari di pineta.

Qui «sul set» tutto fila liscio, anzi fila fin troppo: il rischio è che lo scatto sia venuto mosso, per quanto è sfrecciato l’aspirante Bagnaia, magari 50enne. Il più delle volte, delle immagini catturate per strada si farebbe volentieri a meno, come dei verbali che le accompagnano. Qui, sarà lo stesso mago del manubrio appena immortalato a comprarla, attraverso Facebook, da uno dei professionisti che ritraggono i motociclisti «messi in piega» verso il passo. Tutto in sintonia con social e app, che spettacolarizzano e diffondono il fascino della curva. Il più delle volte corrisponde a sano relax e scoperta di verdi paesaggi. Ma per alcuni (nemmeno troppo pochi) significa statali o provinciali prese per circuiti. La Cisa è tra queste, seguita «a ruota» da Centocroci, Bocco e Tomarlo: vie che scavalcano l’Appennino e troppo spesso i confini della prudenza.

Ma oggi il rombo dei mostri in assetto da gara, quelli che già in concessionaria fatichi a immaginare a un basso numero di giri, è più che altro di frustrazione. Dallo spiazzo del Miglio 76, l'hotel in disarmo di Cassio, i carabinieri appostati poco dopo le 10 lo sentono annunciare l’arrivo di chi poi taglia il paese ben sotto i 50 all'ora. È già un successo. «Il nostro primo obiettivo - sottolinea il maggiore Filippo Giancarlo Cravotta, 40 anni, da quasi quattro alla guida della Compagnia di Borgotaro - è impedire incidenti gravi: puntiamo sulla prevenzione, non su sanzioni e numeri. Ci siamo e continueremo a esserci». Lo scopo, lo si ottiene anche con una sola pattuglia. Oggi, a una settimana dal frontale costato la vita a un ciclista e lesioni gravi al centauro con il quale si è scontrato dalle parti di Cassio, le «gazzelle» in strada sono quattro. Evidente la volontà di dare un segnale forte.

Il posto di blocco organizzato dalla Compagnia di Borgotaro, con il Nucleo radiomobile e la stazione di Borgotaro e quelle di Calestano e Berceto, il suo effetto lo ha ottenuto: presto tra i gruppi Telegram si è sparsa la voce dei controlli. Ringrazia la gente del paese, ringrazia il sindaco Danilo Bevilacqua, che ricorda come «il problema ci sia: fortunatamente e sfortunatamente. I motociclisti, se rispettano le regole del codice della strada e della convivenza sono i benvenuti; non altrettanto, quando vanno a velocità folle o tagliano le curve come in pista». Più volte, il primo cittadino di Terenzo ha sollecitato l’installazione di dossi, a tutela almeno dei centri abitati. Ma l’eccesso di velocità su strada ha per alleato il difetto di velocità nella burocrazia. Dossi vengono chiesti anche da un giovane padre che ricorda come, negli anni '80, bambino camminasse libero per strada, cosa che non si azzarderebbe mai a permettere ai suoi figli della sua età di allora: «Nemmeno per i 200 metri da casa al fornaio». E parla anche del rumore. Costante, invasivo nei fine settimana: troppo per un luogo di pace. «Servirebbe l'intervento dell'Arpae» sottolinea il sindaco. Intanto, le marmitte vengono controllate dai carabinieri. Risultano tutte omologate, mentre non si può dire altrettanto delle dotazioni di bordo: scattano sanzioni, una decina in poco più di un'ora, per battistrada consumati e specchietti non a norma. Una supertmotard ne è priva: il conducente è stato sorpreso a guidare voltato... Un motociclista lombardo, invece, dovrà tornare a casa per la via più breve e per tre mesi tenere in garage la propria Honda. Saputo che dietro la curva raccomandava agli altri di abbassare la velocità, segnalando il posto di blocco, i militari sono andati a conoscerlo. Alla vista della pattuglia, lui ha smesso di sbracciarsi (altrimenti, sarebbe scattata la denuncia per interruzione di pubblico servizio). Ma ci ha rimesso il fermo della moto, scoperta con la targa inclinata a 30 gradi anziché a 45. Avrebbe fatto meglio ad abbassare quella, anziché la velocità altrui, già ridotta dal tam-tam dei social.

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