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Addio a Gianna Ghidini, «pilastro» della comunità di Alberi

Addio a Gianna Ghidini, «pilastro» della comunità di Alberi

di Gian Luca Zurlini

24 Luglio 2023, 03:01

Sarebbe stata sicuramente anche questa volta in «prima linea» per la Festa della polenta che a fine agosto tornerà a essere organizzata dalla «sua» Famija Alberese dopo i tre anni di stop a causa del Covid.

Purtroppo però questa volta «la Gianna», al secolo Giovanna Ghidini, come tutti la chiamavano ad Alberi, non potrà esserci perché una malattia se l'è portata via alcuni giorni fa. Ma la traccia che nei suoi 78 anni di vita rimarrà indelebile, soprattutto per la comunità di Alberi, quella che in un certo senso era la sua famiglia. Perché «Gianna» Ghidini è stata una vera e propria «colonna» della comunità della frazione, volontaria instancabile non solo dell'associazione ma anche della parrocchia, dove per tanti anni è stata al fianco dello storico parroco don Rosolo Tarasconi in tutte le sue inziiative. E per questo in tanti oggi la ricordano con affetto e rimpianto, anche se il suo carattere non era facile.

«Era disponibile a dare una mano a tutti - dice Achille Scarica, titolare dell'omonima trattoria del paese - ma non aveva peli sulla lingua e se qualcosa non le piaceva lo diceva senza problemi». L'attuale presidente della Famija Alberese Roberto Scarica ricorda che quest'anno festeggeremo i 50 anni della nostra associazione e in almeno 40 lei è sempre stata una presenza attiva e concreta. Era una persona speciale, che sapeva dare la carica anche agli altri. Non aveva un carattere facile, e capitava di avere degli scontri anche duri, ma la sua correttezza e la sua voglia di fare alla fine riportavano tutto a posto».

L'attenzione ai bisognosi

La famiglia della «Gianna» era originaria di Cortile San Martino, ma si era trasferita ad Alberi quando lei era ancora giovanissima e di fatto tutti, nella frazione, la consideravano una «alberese» doc. Fin da subito si era distinta per la sua grande fede, che la portava ad essere sempre presente in parrocchia e ad essere promotrice di iniziative di aiuto per le persone più bisognose. «Va sottolineato che però la sua profonda sensibilità - spiega il nipote Gianluca Ghidini - la faceva guardare anche lontano. Fra le cose che è riuscita a portare a termine, ma che aveva comunque lasciato scritto anche nel suo testamento, c'è stata la realizzazione di un pozzo in Burkina Faso, costruito interamente a sue spese, per il quale aveva seguito da lontano la realizzazione. E poi c'era l'impegno all'aiuto a famiglie in difficoltà per le quali era sempre pronta a intervenire».

Il lavoro al Maggiore

Una generosità che si era espressa anche sul lavoro: Gianna Ghdini è stata infatti per oltre 30 anni infermiera della Cardiologia del Maggiore e dopo la pensione aveva voluto entrare a far parte del Tribunale del Malato perché diceva che avrebbe saputo individuare meglio quello che non andava nell'ospedale». Il nipote rivela un aneddoto: «Un giorno, mentre era sull'autobus, un uomo ha avuto un malore, che poi si è rivelato essere un infarto. Lei lo ha soccorso immediatamente assieme a un'amica e gli ha salvato la vita. E quell'uomo le è stato così riconoscente che dopo 30 anni erano ancora in contatto». Fino a quando le forze glielo hanno consentito Gianna Ghidini ha continuato a dare il suo aiuto sia alla parrocchia che all'associazione. «Alberi, e non solo, le deve tanto e, anche se lei non amava stare alla ribalta - conclude il presidente - credo sia giusto ricordare una persona speciale e che ha fatto tanto per gli altri».

Gian Luca Zurlini

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