Il racconto
Parma? Non è una città per ciclisti. Almeno per quelli che lasciano le bici sull'auto, sperando, dopo aver fatto una puntata in centro storico per ammirare le bellezze di una città famosa in tutto il mondo, di ritrovarle. Lo avrà sicuramente pensato anche una famiglia belga che nei giorni scorsi ha fatto tappa nella nostra città per qualche ora di turismo e una pedalata in campagna. Ebbene, hanno commesso l'«errore» di lasciare l'auto nel famigerato parcheggio sotterraneo della stazione ferroviaria.
Famigerato perché ultimamente in quella struttura sono state numerose le segnalazioni di auto danneggiate per compiere dei furti all'interno dei veicoli.
Il parcheggio sotterraneo, oggetto anche di inchieste da parte della Gazzetta, da tempo, come confermato da viaggiatori, turisti e dipendenti delle ferrovie, è regno incontrastato di tossicodipendenti, sbandati e persone moleste.
Che, quando non importunano il prossimo chiedendo spiccioli, bivaccano, sporcano e, com'è successo questa volta, rubano. La famigliola ha fatto un giretto per la città, ma al ritorno non ha più trovato due delle tre bici che aveva portato. Rubate.
La vicenda la racconta l'operatore turistico Davide Pagani che quel giorno ha accolto in città il gruppo di belgi (marito, moglie e due figli). La famiglia, che arrivava dalle Fiandre, dopo aver fatto una tappa sul lago di Garda, era diretta a Modena. Ma aveva contattato la Bike Food Stories di Pagani per fare un giro in bici che avrebbe dovuto avere il suo clou nella visita di un caseificio a Gaione, insieme a un breve tour della città sempre su due ruote e, infine, un aperitivo. Un programma interessante e divertente, che purtroppo lo è rimasto solo sulla carta.
Ebbene, i belgi hanno parcheggiato in stazione, hanno fatto un giretto per Parma quindi, poco prima delle 15, sono tornata nel parcheggio per prendere le tre bici (la quarta l'avrebbe fornita l'operatore turistico) e partire per il giro in campagna. «Ma arrivati nel parcheggio della stazione - spiega Pagani - due bici, che avevano fissato al portapacchi, erano sparite. Mezzi costosi, da qualche migliaio di euro». La terza non l'hanno presa perché forse... i ladri erano solo due. Comunque, «un brutto colpo – prosegue il racconto – per questa famiglia e anche una pessima figura per la nostra città, non a caso presa a modello da molti turisti come uno dei luoghi più accoglienti, specie per chi sceglie la bici».
Insomma, quello che doveva essere un pomeriggio di divertimento, è finito con la famiglia che si è recata, accompagnata sempre dall'operatore, in questura per sporgere denuncia.
Pagani, smaltita un po' l'amarezza, rilancia facendo una proposta alle istituzioni, come ad esempio l'Amministrazione comunale. «Sarebbe bello se per “riparare” - spiega - invitassero di nuovo questa famiglia a passare qualche giorno a Parma. Non restituirà loro i beni che gli sono stati rubati, del resto molto difficili da recuperare, ma potrebbe servire per mitigare la delusione». E, in futuro, alla voce vacanze, non tirare una riga sul nome di Parma.
Michele Ceparano
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