Presidi
Tra libri di storia contemporanea e coltivazioni di viti di Bonarda nel nostro Appennino, Roberto Pettenati si concede la meritata pensione. Il preside, che ha coordinato il passaggio da istituto d'arte Toschi a liceo artistico, posa «le armi».
Sessantacinque anni, sposato con due figli, Pettenati si è diplomato all'allora istituto magistrale Albertina Sanvitale per poi laurearsi con Ferruccio Andolfi in Filosofia (Pedagogia) all'Università di Parma. Diventato di ruolo a Milano nel 1984 come insegnante di Lettere alle medie a Sant'Angelo Lodigiano, arriva alla scuola media di Berceto nel 1987. E dal 1990 sbarca alle superiori: prima all'Itsos di Fornovo come docente di Storia e filosofia, poi nel 1996 al liceo Maria Luigia e nel 2003 al classico Romagnosi.
La svolta nel 2007 quando diventa preside dell'allora istituto d'arte Paolo Toschi, con un'esperienza importante alle Ssis dell'Università e collaborando alla nota rivista filosofica di Andolfi «La società degli individui»: «Ho sempre pensato che il preside di una scuola si dovesse occupare degli aspetti culturali e non solo degli aspetti burocratici organizzativi - dice Pettenati -. Anche se la mia formazione era prettamente classica, ho sempre avuto un grande interesse per l'arte in generale, tra visite a musei e mostre. Quando sono arrivato al Toschi (2007) erano attive due sperimentazioni, il progetto Michelangelo, coordinata e assistita dal Ministero, e Discipline dello Spettacolo, autorizzata ma autonoma. Il progetto Michelangelo è andato a regime senza troppi problemi, mentre la seconda ha incontrato diverse difficoltà; ma io ero fermamente convinto che il nuovo liceo artistico dovesse ampliare l'orizzonte e comprendere anche le arti della comunicazione e dello spettacolo, le discipline delle immagini in movimento, cinema, teatro, scenografia che sono parte fondamentale della cultura contemporanea. In questa prospettiva nascono tre nuovi indirizzi: nel 2011 Audiovisivi- Multimedia, nel 2013 Scenografia e nel 2019 l'indirizzo Teatro come corso sperimentale». Un passaggio fondamentale: «Il liceo artistico è diventato uno dei sei licei riconosciuti dall'ordinamento scolastico nazionale, liceo articolato in indirizzi, possibilità che il Toschi ha saputo sfruttare aprendo 6 corsi distinti che nascono dal biennio unitario - ricorda Pettenati -. Bisogna sempre rimanere al passo con i tempi. Così ho attivato diverse collaborazioni con il territorio: con le istituzioni, con le imprese e con le associazioni, affinché lo studio e il lavoro degli studenti non rimanesse una simulazione ma un contributo concreto alla realtà in cui vivono. Il Toschi fa parte della storia di Parma e ho cercato di valorizzarlo al meglio, per cui il nostro compito è sempre stato anche quello di dare rilievo all'immagine pubblica della scuola: una scuola inserita nel contesto provinciale, in modo interattivo. Io sono parte di un gruppo di dirigenti vincitori del concorso bandito nel 2004 che avevano un'idea comune, realizzare l'autonomia delle istituzioni scolastiche, allora appena diventata legge dello Stato e riconosciuta nella Costituzione (art.117), come via per migliorare la qualità dell'istruzione e del servizio scolastico offerto all'utenza attraverso il rapporto stretto con il territorio: questo è stato il mio punto di partenza come dirigente». E nel tempo è sempre riuscito ad avere un ottimo rapporto con i docenti: «La mia filosofia si è sempre fondata sulla piena fiducia del corpo docente - sottolinea Pettenati -, per cui non ho mai mancato di appoggiare gli insegnanti, riconoscendone le singole competenze. E al Toschi c'è un ottimo corpo docente: insieme abbiamo ottenuto grandi risultati. Il mio compito è stato quello di creare le condizioni per lavorare al meglio». E i ragazzi? Come sono cambiati gli studenti? «Con il covid e non solo abbiamo visto mutare le generazioni - commenta il preside -: la popolazione ha subito una trasformazione. Un tempo non molto lontano si sceglieva di studiare, oggi invece è venuta meno la motivazione. Un tempo se non si andava a scuola, si andava a lavorare a 15 anni, mentre oggi si studia anche se non si è portati. Soprattutto, quello che manca ai giovani di oggi è l'esperienza della lettura dei libri, lettura ragionata e critica dei libri: non c'è più il desiderio di approfondire, che solo la lettura ti può offrire. Purtroppo nel mondo attuale la lettura tende a scomparire. E lo studio si porta avanti nella maggior parte dei casi solo per fare l'esame e non per una formazione personale, per cui tutto rimane in superficie».
Dal primo settembre al posto di Pettenati arriverà in presidenza Elisabetta Botti: «Non poteva esserci scelta migliore - confessa Pettenati -. Una dirigente esperta e una storica dell'arte. E colgo l'occasione per farle gli auguri per questo nuovo e importante incarico. E colgo l'occasione per ringraziare i ragazzi e le ragazze del Toschi, che sono sempre la parte migliore della nostra scuola, tutti i docenti e tutto il personale che mi hanno sempre aiutato».
Mara Varoli
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