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La nuotatrice parmigiana

Alessia Ferraguti, dagli Usa alla Cina: «Alle Universiadi voglio prima di tutto divertirmi»

Alessia Ferraguti, dagli Usa alla Cina: «Alle Universiadi voglio prima di tutto divertirmi»

di Vittorio Rotolo

27 Luglio 2023, 03:01

Vittorio Rotolo

Dall'America alla Cina. Passando per Parma. Che nel caso di Alessia Ferraguti diventa una tappa obbligata per acquisire un rinnovato slancio, utile per affrontare al meglio l'appuntamento con le Universiadi di Chengdu che si aprono domani. Un'esperienza che la nuotatrice parmigiana, classe 1998 oggi tesserata con Imolanuoto ma cresciuta nella Nuoto Club '91, vivrà per la prima volta in assoluto. In realtà Alessia si era già guadagnata una prima volta la qualificazione a questa prestigiosa manifestazione, poi rinviata a causa della pandemia. Poco male, a pensarci, visto che in quello stesso periodo Ferraguti stava preparando la tesi di laurea.

«Adesso non vedo l'ora di essere lì. Non riesco ad immaginare cosa mi aspetti. Ma di sicuro la cerimonia di apertura delle Universiadi, con la sfilata delle delegazioni e le bandiere, avrà un impatto emotivo molto forte» spiega Alessia, che studia e gareggia negli Stati Uniti ma che ha scelto di ultimare la preparazione per Chengdu nella sua Parma. Le coccole che le hanno riservato i suoi familiari costituiscono il modo migliore per rigenerarsi dalle fatiche accumulate in piscina. «Mi sono divisa tra la Pizzetti e Moletolo» racconta Ferraguti, che è stata seguita a bordo vasca da Davide Varoli, tecnico della Nuoto Club '91.

Sentiva l'esigenza di respirare l'aria di casa?

«Essere a Parma mi rilassa. Mi dona tranquillità. È sicuramente il modo migliore per prepararmi. Inizialmente sarei dovuta tornare qui il 20 luglio, ma dovendo espletare tutte le pratiche per il visto cinese ho anticipato di qualche giorno. Per la gioia soprattutto dei miei genitori e di mio fratello, che volevano solo riabbracciarmi. E io altrettanto».

Che aspettative ha per queste Universiadi?

«Per una questione di scaramanzia preferisco non dire nulla. In realtà sono entrata nell'ordine di idee che sia giusto affrontare questa competizione in maniera serena, senza crearmi chissà quali aspettative ma nella convinzione che farò di tutto per andare forte. Dovrà essere così, perché il livello è molto alto».

In Cina la vedremo all'opera nei 50, 100 e 200 rana. Si sente pronta?

«Via via che si avvicina l'appuntamento, aumenta la tensione. Ma bisogna incanalarla sui binari giusti. Mi conforta il fatto di avere qualche giorno in più per adattarmi: la prima gara è prevista per il 2 agosto. Riuscirò a smaltire bene il fuso orario».

Come ha trascorso gli ultimi mesi in America? Ci eravamo lasciati con le belle prove agli Ncaa Championships e agli Assoluti di Riccione dove aveva ottenuto il pass per le Universiadi...

«Tra maggio e giugno ho avuto un'agenda fitta di impegni, con lezioni ed esami finali (Alessia frequenta un Master in Chimica e Biochimica alla University of Arkansas di Fayetteville, ndr). Per fortuna è andato tutto bene. Successivamente ho iniziato l'attività di ricerca in laboratorio».

Non mi dica che ha trascurato il nuoto.

«No, per niente. Ho continuato ad allenarmi partecipando anche ad una gara, a metà giugno, ottenendo risposte confortanti anche dal cronometro. Ho avuto solo un piccolo fastidio alla spalla: niente di grave, solo un affaticamento dovuto ad un sovraccarico di lavoro che si è risolto nel giro di un paio di settimane».

E Parma, invece, come l'ha trovata?

«Direi che prima di tutto sono stata accolta da un gran caldo. Anche negli Stati Uniti, a dire il vero, in questo periodo è così. Ma come dicevo in precedenza, qui a casa sto bene a prescindere. Mi ha fatto piacere ritrovare Davide Varoli, il tecnico che insieme ad Andrea Avanzini mi ha cresciuta alla Nuoto Club '91. Lui mi conosce benissimo: sa quello che posso dare in vasca e dove è necessario migliorare. Il suo apporto, per me, è prezioso anche dal punto di vista mentale».

Dopo le Universiadi riuscirà a ritagliarsi almeno qualche giorno di vacanza? Intuisco ne abbia fatte poche.

«Tornerò di nuovo in Italia per qualche giorno: andrò in Liguria a trovare un'amica. Poi rifarò le valigie, destinazione New York: una città fantastica, che adoro. Credo possa essere il posto migliore dove ricaricare le pile».

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