PATTEGGIAMENTO
Lei e quel figlio ossessionato dai suoi fantasmi. Sola, Giulia (la chiameremo così), dopo che il marito se ne è andato. Con un ragazzo, poi diventato uomo, che non ha mai voluto cercare un lavoro, uscire dalle quattro mura di casa e confrontarsi con il mondo. Anche lui solo, ma violento e pericoloso: aggressivo con il padre, perfino nei suoi ultimi giorni di vita, e con Giulia. «I figli fanno bene a uccidere i genitori», ripeteva con fermezza quando la tv proiettava quelle tragedie terribili. E Giulia era costretta a subire: umiliazioni, pugni, oggetti scagliati ovunque. Finché ha capito che era troppo rischioso, anche per il figlio, ormai 42enne, e ha deciso di denunciare. Accusato di maltrattamenti e lesioni, ha infine scelto di patteggiare: 2 anni e 1 mese. Il giudice, considerando la pericolosità, gli ha però anche applicato la libertà vigilata per 1 anno e 6 mesi: un periodo durante il quale intraprenderà un percorso con il Centro di salute mentale.
Un bambino e poi un adolescente con dei tratti aggressivi: lo ricorda così, Giulia. Cresciuto soprattutto con i nonni paterni, perché i genitori erano impegnati dall'alba al tramonto nei campi e nella stalla. Il primo pugno? Giulia racconta che il figlio avrà avuto 11-12 anni. Era bastato un rimprovero perché lui le piazzasse un cazzotto in faccia.
Alla fine della terza media, aveva smesso di studiare decidendo di dare una mano ai genitori nei campi. Ma già allora i litigi erano all'ordine del giorno: la scintilla si accendeva per una banalità.
Chiuso in se stesso, perché i contatti con gli amici si fermano agli anni delle medie. Poi il deserto delle emozioni: mai un'uscita per una pizza in compagnia o una vacanza. E in quell'isolamento è cresciuto anche l'astio nei confronti dei genitori. La situazione è diventata sempre più pesante dal 2010, quando il padre si è ammalato gravemente. Avrebbe dovuto trovare un lavoro, per dare una mano alla famiglia, ma quando si affrontava l'argomento, lui sapeva reagire in un solo modo: colpi ai mobili di casa, ma anche calci e pugni ai genitori.
Un figlio che rischiava la deriva. Era chiaro anche ai genitori che sarebbe stato necessario affrontare il suo disagio. Eppure, erano paralizzati dalla paura. «Non abbiamo mai parlato con il medico perché eravamo terrorizzati dalla sua reazione - ha raccontato Giulia -. Quando andavamo a dormire, avevamo paura che nella notte ci uccidesse».
Il padre se ne è andato nell'agosto del 2019. Poco prima di morire aveva forti dolori alla schiena, e il figlio aveva minacciato di colpirlo proprio in quella zona. In quel momento Giulia aveva reagito con fermezza per la prima volta. Eppure, poi ha continuato a vivere accanto a quel figlio, sopraffatta dalla paura. La sera del 13 ottobre 2021, quando gli aveva detto che sarebbe stato opportuno vendere la casa di campagna e acquistare un appartamento, lui era esploso: aveva sradicato le piante da alcuni vasi e le aveva rifilato una serie di pugni. Era stata una notte terribile: l'angoscia e i sensi di colpa l'avevano distrutta. Ma al mattino Giulia aveva fatto la chiamata che rimandava da troppo tempo.
Georgia Azzali
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