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Rogo in viale Tanara

Quel disperato «Sos» dalla stanza in fiamme

Quel disperato «Sos» dalla stanza in fiamme

di Chiara Cacciani

17 Agosto 2023, 03:01

In quella stanza al pianterreno diventata trappola mortale, sarebbe stata proprio lei, Adreana Borella - 62enne originaria di Bore rimasta paralizzata agli arti inferiori dopo un gravissimo incidente in auto nel 2017 - a lanciare l'allarme lunedì all’alba. Spaventata dalle fiamme che si stavano levando e impossibilitata a salvarsi da sola, con il telefono cellulare avrebbe chiamato l’operatrice di turno nel condominio Traviata di viale Tanara, in una disperata richiesta d’aiuto.

Dalla ricostruzione di quei drammatici, infiniti secondi, emergerebbe che l’assistente in quel momento stesse prestando servizio a un altro piano e si sia precipitata giù dalle scale. Ma giunta sulla soglia della camera della 62enne, era già troppo tardi per riuscire a intervenire.

Nel frattempo l’arrivo della prima chiamata al 115, seguita dagli altri sos lanciati da alcuni vicini di casa, messi in allerta dal fortissimo odore di fumo proveniente dal complesso casa-famiglia «La Casa di Arianna» (o «Il quartiere di Avitas», dal nome della cooperativa che lo gestisce), quattro condomini che accolgono anziani semi autonomi e adulti con disabilità fisica o psichica di entità tale da rendere difficoltoso il vivere soli. I vigili del fuoco - una ventina quelli intervenuti, con squadre arrivate anche da Langhirano e Reggio Emilia - hanno evacuato tutti gli ospiti presenti nel condominio e il 118 ha coordinato i primi soccorsi. Delle 12 persone tra i 30 e gli 82 anni intossicate dal fumo, nove sono state trasportate al Maggiore e hanno potuto lasciare l’ospedale in giornata. Per altre tre è stato necessario il ricovero nella camera iperbarica dell’Ospedale di Vaio, da dove sono state dimesse ieri. Quelle inserite da Comune e Ausl sono state ricollocate immediatamente in altre strutture del Distretto, in altri casi c’è stato il ritorno in famiglia: alcune erano sistemazioni temporanee per l’estate.

La Procura ha subito aperto un’inchiesta per capire come la tragedia abbia potuto compiersi e tra le ipotesi c’è che l’incendio sia divampato a causa di una sigaretta finita a contatto con una superficie infiammabile. Sono in corso anche le verifiche sulla presenza e il corretto funzionamento di tutti i dispositivi di sicurezza necessari per la tipologia di struttura. Nuovi sopralluoghi dei vigili del fuoco sono previsti per i prossimi giorni con l’aiuto dei colleghi del Nucleo investigativo di Bologna, alla ricerca di ulteriori reperti e elementi utili a fare chiarezza sulla tragedia.

L’edificio è interamente sotto sequestro ma sarebbe stato comunque impossibile il regolare rientro degli ospiti: le fiamme hanno danneggiato il soffitto di legno che separa il pianterreno dal primo piano con lesioni ai travetti portanti, la necessità di puntellarli per evitare crolli e la conseguente dichiarazione di inagibilità di un’ampia area dell’edificio.

«Rammarico e cordoglio per la scomparsa dell’ospite Adreana Borella» sono espressi in una nota della cooperativa «Il Quartiere di Avitas». «In attesa dell’esito degli accertamenti in corso da parte delle Autorità - scrivono amministratori e soci - sentiamo comunque la necessità di ringraziare pubblicamente tutti coloro che si sono prodigati per impedire che gli effetti dell’incendio sviluppatosi nella struttura fossero ancora più devastanti». Ossia: «Gli operatori in servizio quella notte che hanno certamente agito con lucidità e competenza nell’applicare il protocollo previsto in questi casi, allertando prontamente i soccorsi, utilizzando presidi e tecniche e tecniche antincendio, proteggendo gli ospiti dal fumo denso che aveva invaso la palazzina evacuando persone ove possibile. I vigili del fuoco che hanno rapidamente domato le fiamme e portato in salvo le persone ancora intrappolate nei piani alti. Dottori e militi del 118 che hanno approntato un triage da campo creato dal nulla, rassicurando con la loro competenza le persone spaventate e mettendole in sicurezza. Le Forze dell’ordine tutte che hanno gestito l’operatività. Il Comune di Parma, l’Ausl, i Servizi Sociali che in poche ore hanno ricollocato in strutture alternative le persone rimaste senza tetto e senza effetti personali».

Nella bacheca del complesso è comparso anche uno scritto «in memoria di Adreana» della presidente Cinzia Gabbi: «Vivendo in libertà si corrono dei rischi, vivendo sotto una campana di vetro (come alcuni avvoltoi) si muore comunque, ma in cattività». Un messaggio che ha turbato qualcuno, anche tra gli ospiti. «Siamo stanchi dei fucili puntati. Il nostro è un progetto sperimentale approvato da Comune e Regione - dice il vicepresidente Andrea Smania -. E’ un diverso modo di accogliere: chi viene qui è come se fosse in affitto, e riceve determinati servizi di assistenza mantenendo una propria autonomia. E nell’appartamento ha la libertà di fare quel che vuole, perché ne ha il diritto. Si tratta di una struttura atipica, che in Italia non esiste ma in Nord Europa e negli Stati Uniti sì e che si è dovuta adeguare a regolamenti che ci stanno stretti. Pur essendoci linee guida, le istituzioni non sono mai avanti coi tempi».

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