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Il barboncino ucciso

Morte di Koda: parla la proprietaria del rottweiler

Morte di Koda: parla la proprietaria del rottweiler

di Michele Ceparano

28 Agosto 2023, 03:01

«Io a quella signora lo avevo detto: non entri nell'area cani finché c'è il mio». Ha sconvolto un'intera città la morte del barboncino nano Koda, che mercoledì scorso, nell'area cani di via Bramante, quartiere Montanara, è stato attaccato da un rottweiler ed è morto. Ieri, proprio la proprietaria del rottweiler, di sette anni, ancora molto scossa per l'episodio, ha voluto raccontare la sua versione. Che differisce da quella della padrona del cagnolino di cinque mesi e mezzo soprattutto per com'è iniziata la vicenda. E lascerebbe intendere che ci sia stato un tragico equivoco.

«Entrata nell'area cani – spiega – ho appeso, come consuetudine, il guinzaglio al cancello e sono andata a riempire di acqua la ciotola che è lì a disposizione vicino alla fontana. Mentre la riempivo è arrivata la signora con il barboncino al guinzaglio. Mi ha chiesto se poteva entrare e io le ho risposto che il mio cane, con i cani di piccola taglia, non va d'accordo». La proprietaria di Koda, sempre secondo il racconto, però avrebbe ribattuto dicendo che «”il mio è un cucciolo e vuole giocare con tutti”. Ma io avevo già capito dallo sguardo del mio cane che non era tranquillo, quindi l'ho avvertita». Continua la proprietaria del rottweiler: «Non dico mai a nessuno di portare il suo cane vicino al mio. E ho agito così anche questa volta». La signora, però, «è entrata ugualmente. Non ho fatto in tempo a riempire la ciotola che lei e il suo cane erano dentro. Non gli aveva neppure tolto il guinzaglio, che il mio lo ha attaccato. L'ho afferrato per il collare e ha mollato subito la presa». Ma era troppo tardi. «Lì per lì non mi sono subito resa conto delle conseguenze - riprende -. La signora ha preso il suo cane in braccio, ed è uscita urlando “è morto”. Io ho richiuso il cancello e sono rimasta dentro attonita. Il cane non si muoveva più, poi è accorsa parecchia gente giustamente per aiutare e soccorrere quella donna». È arrivata anche la figlia della proprietaria di Koda e poi c'è stata la corsa, purtroppo inutile, dal veterinario. «Io alla figlia ho lasciato il mio numero di telefono oltre ovviamente al mio nome e cognome. Da quel giorno però io non ho più avuto loro notizie. Tanto che ho appreso che il suo cane era morto solo dalla Gazzetta».

Aggiunge che la proprietaria del barboncino continuava a ripeterle: «Lei mi aveva detto che il suo cane era buono». Ma lei ribatteva: «Le ho detto il contrario».

La sua versione diverge in questo punto totalmente dalla proprietaria del cane che è morto che, nell'intervista pubblicata venerdì sulla Gazzetta, ha spiegato di essere stata rassicurata con questa frase: «È buonissimo, soprattutto con i cuccioli. Entri pure tranquilla».

La proprietaria del rottweiler racconta anche un altro particolare che rafforza la sua versione: «Questa signora con il suo barboncino è passata spesso ultimamente anche davanti a casa mia. Tutte le volte il suo cane cercava un approccio con il mio e lei mi diceva: “Vuole giocare”. Al che io rispondevo sempre: “Il mio no”. L'avevo dunque già più volte avvertita anche se non so se si ricordava chi ero, dal momento che ci siamo visti solo di passaggio. Comunque, i proprietari di cani di piccola taglia che mi conoscono sanno tutti che devono tenere una certa distanza. E io lo ripeto continuamente. Conosco gli sguardi del mio cane e so cosa devo fare».

La proprietaria del rottweiler conclude spiegando di essere «molto addolorata» e che «anche il suo cane è provato. Mangia poco e non vuole quasi uscire, come se si rendesse conto anche lui del dramma. Da quell'area in questi giorni stiamo alla larga, e lo sto portando a passeggiare fuori Parma, il più possibile lontano dagli altri cani».

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