A Fontanelle
Ieri mattina all’alba Lodovico Ferrari ha trovato sull’argine della Rigosa la carcassa del cane Luna sbranato dai lupi. Il padrone si è quindi rivolto all’amico cacciatore Isacco Bocchi e i due hanno avvisato la stazione dei carabinieri di Roccabianca.
«Il cane dormiva nella propria casetta in cortile accanto all’ingresso di casa quando i lupi lo hanno strappato fuori dal suo rifugio -. illustra Bocchi, consigliere dei cacciatori della sezione del paese -. L’animale è stato così trascinato fino all’argine dove i predatori l’hanno lasciato mezzo mangiato, probabilmente interrotti nel pasto dall’arrivo di un mezzo agricolo all’incominciare del giorno».
Alla domanda su come abbia dedotto l’aggressione fosse ad opera dei lupi, l’esperto cacciatore risponde: «Dalle tracce lasciate ho capito subito si trattasse di un branco composto da quattro o cinque animali, circa la specie ne sono certo al centodieci per cento, è un evento ahimè fin troppo ricorrente». Dopo il sopralluogo gli operatori dell’Arma hanno acconsentito al seppellimento dei resti dell’animale, conservando alcune fotografie destinate a quell’archivio sempre più ampio circa questa categoria di infelici episodi. «Si tratta di una questione di sicurezza innanzitutto - le parole di Ferrari - io abito qui a Fontanelle in un territorio tranquillo dove una volta non c’era nessun lupo. Adesso ogni santo giorno al conto dei padroni di casa mancano delle galline e di certo non perché sono scappate. E non si tratta solo di pollame ovviamente, l’anno passato successe a un signore qui vicino di ritrovarsi col cane sbranato: stavolta è toccato a me e temo non sarò l’ultimo a cui capiterà. Senza monitoraggi adeguati la zona sta diventando sempre più pericolosa sia per i cittadini che per gli animali domestici. Nel cortile dell’abitazione potevano esserci i miei figli: oggi sono dispiaciuti per Luna, ma cosa sarebbe successo se fossero stati loro quelli nel cortile di casa propria?».
Alessandro Frontoni
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