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La studentessa stava viaggiando sul 5

Greta, morta sul bus per un malore: aveva 18 anni

Il racconto dell'autista: " Istintivamente l'ho presa in braccio, l'ho portata all'esterno del mezzo, l'ho deposta con cura cercando qualcosa da metterle sotto la testa e ho chiamato il 118"

Greta, morta a 18 anni per un malore

di Luca Pelagatti

06 Settembre 2023, 03:01

Chissà cosa stava pensando Greta mentre guardava le strade di Parma scorrerle davanti. Di sicuro era emozionata e probabilmente molto contenta, come è giusto che sia quando hai 18 anni e stai per iniziare una nuova vita. Anzi, la vera vita, quella che scopri quando lasci l'ombra dei genitori ed entri nel mondo dei grandi, quando fai progetti e pregusti le serate di libertà, le scoperte, le risate. Gli amori. Invece un destino feroce tutto questo lo ha portato via a Greta Botti di Licciana Nardi, un borgo di 4000 anime sulle balze della Lunigiana. Il suo cuore, l'altro giorno all'improvviso, si è fermato mentre, sul bus della linea 5, percorreva via Abbeveratoia. Stava andando a cercare una stanza in cui abitare per i prossimi anni: si era iscritta alla facoltà di Economia nella nostra città e doveva organizzarsi. Si stava preparando per il futuro. Purtroppo non ci sarà.

All'improvviso, intorno alle 16, mentre il bus stava transitando davanti all'ingresso del Pronto soccorso, Greta si è accasciata a terra. Non ha detto nulla, non ha chiesto aiuto.

E' come se si fosse spenta. E la mamma e il fratello, che erano con lei, hanno iniziato a gridare.

«Io ho sentito quelle urla e come prevedono le norme ho accostato, ho aperto le porte e ho cercato di capire. E l'ho vista priva di sensi vicino ai sedili- , spiega Giuseppe Caccavo, l'autista che in quel momento era al volante del bus. - Istintivamente l'ho presa in braccio, l'ho portata all'esterno del mezzo, l'ho deposta con cura cercando qualcosa da metterle sotto la testa e ho chiamato il 118».

Intanto un altro autista che era a bordo è corso a chiedere aiuto verso l'ingresso del Pronto soccorso, mentre una passeggera che lavora come infermiera ha iniziato a farle il massaggio cardiaco.

«E' stato tutto rapido, confuso, frenetico – prosegue l'autista che al telefono seguiva le istruzioni degli operatori di Parmasoccorso e con lo sguardo cercava di attirare i soccorritori, come per farli correre più veloci. - Sono arrivati col defibrillatore, l'hanno caricata sulla barella, l'hanno portata via. Io sono dovuto tornare al volante, riprendere il servizio. Ma sono anche io un padre: continuavo a pensare a lei».

E come lui anche gli altri che erano su quell'autobus che, istintivamente, sono rimasti voltati all'indietro a guardare mentre il mezzo ripartiva, pensando che Greta doveva farcela, che adesso era in buone mani e che poi, così giovane, per forza, si sarebbe dovuta rimettere in piedi. Non è stato così.

Nonostante il prodigarsi dei medici Greta non si è più ripresa. E subito la notizia si è sparsa per la Lunigiana dove la sua famiglia la conoscono tutti. E nessuno, adesso, sa darsi pace.

«Io ero su quel bus, non conoscevo Greta ma quel momento rimarrà indelebile nella mia memoria - racconta una donna che ha assistito al dramma. - Ero terrorizzata, ma nello stesso tempo avrei voluto tenerle la mano, offrirle un conforto. E poi ho sperato e ho continuato a sperare ma  il giorno dopo, cercando e ricercando, ho avuto la conferma. E mi dispiace così tanto».

Sulle cause della morte, per il momento, non sono state rese note informazioni ufficiali ma tra gli amici qualcuno dice che lei soffriva di una patologia che, forse, di colpo l'ha travolta. D'altra parte anche i genitori, che hanno pubblicamente ringraziato per le numerose manifestazioni d'affetto hanno fatto sapere che, per ricordarla, è stata aperta una raccolta di fondi da destinare «all'istituto Giannina Gaslini di Genova che l'ha curata con profondo amore sin dalla nascita».

Ma è stato però un percorso troppo breve. Ora sui social gli amici la ricordano e la salutano, ripensano ai momenti passati insieme, descrivono quella ragazza bionda e sorridente, così brava a scuola che a giugno aveva festeggiato il diploma preso al liceo scientifico «Leonardo Da Vinci» di Villafranca e che ora si stava preparando per l'inizio delle lezioni di Economia in via Kennedy. E questo voleva dire una città grande, nuovi amici, mille sorprese. Invece Greta è dovuta tornare a casa, a Licciana Nardi, mentre sulla porta del bar Boasi, sulla strada della Cisa ad Aulla, il caffè gestito dai genitori, è comparso un semplice foglio con una scritta: chiuso per lutto.

Il Comune ha manifestato il cordoglio di tutta la comunità e sulle bacheche virtuali tanti hanno lasciato un fiore, un cuore o una faccina che piange.

Qualcuno ha anche commentato che la vita è spesso ingiusta. A riguardare ora la foto di Greta coi palloncini che sorride il giorno del suo compleanno, viene da pensare che è davvero crudele.

Luca Pelagatti

© Riproduzione riservata

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