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Venezia80

E se il Leone fosse donna? La polacca Holland nella pattuglia dei favoriti

E se il Leone fosse donna? La polacca Holland nella pattuglia dei favoriti

di Filiberto Molossi

09 Settembre 2023, 03:01

DAL NOSTRO INVIATO

Filiberto Molossi

Venezia L'odissea dei profughi più cruda e urgente, la conquista dell'emancipazione femminile raccontata come fosse «Frankenstein», l'equilibrio tra uomo e natura: è in queste suggestioni che si gioca - probabilmente - il Leone d'oro di Venezia 80. Sono tre i titoli che più spesso appaiono nelle classifiche dei critici, che apertamente sono citati come i favoriti d'obbligo: il geniale greco «Poor things», il polacco «Green border» (che dalla sua ha un tema molto attuale come quello dei profughi e una donna alla regia come la Holland degna, a 74 anni, di definitiva consacrazione) e il giapponese «Il male non esiste», il meno ambizioso del terzetto di testa, ma anche quello che può mettere d'accordo tutti. La giuria guidata da Damien Chazelle non ha un compito facile: ma è perlomeno auspicabile che questi tre film figurino nella lista dei premiati.

E l'Italia? Ne ha sei in concorso, se uscisse a mani vuote sarebbe un fallimento clamoroso. E non sarebbe nemmeno giusto perché ad esempio un film come «Io capitano» di Matteo Garrone - che domani sarà all'Astra con i protagonisti della sua pellicola - se la gioca davvero con tutti anche per i riconoscimenti che più contano. Anche se non giova certo al regista di «Gomorra» (che ha ricevuto ieri il Leoncino d'oro assegnato da una giuria di ragazzi) che in gara ci sia un'altra pellicola sui migranti - seppure molto diversa per tema e concezione - come il già citato «Green border», il preferito dai «giurati» della Gazzetta di Parma.

La presenza però di Gabriele Mainetti in giuria potrebbe indirizzare un premio (generoso) anche a Pietro Castellitto: sceneggiatura? Di rincorsa prova il colpo «Maestro», il biopic su Bernstein, ma se ai critici stranieri è piaciuto anche il francese «La bête», «The killer» e «Bastarden», a stupire potrebbero essere gli ultimi a chiudere la porta, ossia il dolente «Memory» di Franco e il romantico «Hors-saison» di Brizé , che abbiamo visto ieri.

Ma è viva ed emozionante anche la gara per le Coppe Volpi per gli interpreti: tra gli uomini sembra in pole il protagonista di «Dogman», Caleb Landry Jones, già premiato in anni recenti a Cannes, che ha però in Mads Mikkelsen di «Bastarden» un grosso competitor. Il Michael Fassbender sicario per Fincher e l'Adam Driver di «Ferrari» sono in questo caso gli outsider più spendibili. Così come i due protagonisti di «Io capitano» che, come minimo, dovrebbero aggiudicarsi il premio Mastroianni per i migliori emergenti.

Ancora più accesa e imprevedibile la volata per le attrici: la strepitosa Emma Stone di «Poor things» potrebbe dovere cedere il passo (specie se al film andasse un premio più importante) alla Chastain di «Memory» o alla Mulligan di «Maestro»: ma hanno buone chance anche la nostra Alba Rohrwacher, particolarmente intensa in «Hors-saison» e Lea Seydoux de «La bête». Ma stasera alle 19 ne sapremo certamente di più.

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