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Intervista a Irene Rizzoli

«Its Academy, la strada giusta per imparare una professione»

«Its Academy, la strada giusta per imparare una professione»

di Claudio Rinaldi

10 Settembre 2023, 03:01

Presidente Rizzoli, in quindici anni di vita, gli Its sono cresciuti tantissimo, ma ancora non abbastanza.

«Sono stati compiuti tanti passi in avanti, aziende e studenti si sono resi conto dell’utilità degli Its, ma dobbiamo crescere ancora. L’obiettivo è fare capire ai potenziali utenti – i ragazzi che stanno per ottenere il diploma – che straordinaria opportunità questi corsi offrono loro. I fondi in arrivo con il Pnrr permettono di ampliare sensibilmente l’offerta formativa; spero che anche questo darà la possibilità di fare conoscere meglio le potenzialità degli Its».

Ormai da tanti anni, il mondo industriale si lamenta per la difficoltà di trovare figure professionali con un’adeguata formazione. Quale aiuto stanno offrendo gli Its?

«Un grande aiuto. Gli Its sono nati proprio dalle esigenze delle imprese, che cercano dipendenti formati. Il Bollettino Excelsior Unioncamere dà un’idea molto precisa, pubblicando le proiezioni delle assunzioni nei mesi successivi. E mettendo in evidenza la percentuale di posti per cui non si trovano persone con la specializzazione richiesta. Gli Its formano gli studenti nella direzione che interessa le aziende. Ci sono tanti aspetti “vincenti”: le imprese partecipano alla costruzione del percorso formativo e dei piani di studio; il 70 per cento dei docenti proviene dal mondo dell’impresa; più del 40 per cento delle ore di formazione avvengono “sul campo”, all’interno dell’impresa. Tutto questo aiuta tantissimo nel formare gli studenti. E anche nel seguire la velocità esponenziale dei mutamenti con la quale tutte le aziende sono abituate a fare i conti: viviamo in un contesto in cui i mutamenti sono continui e rapidissimi, le necessità delle imprese cambiano. Se la formazione si adegua con ritardo, per le aziende i problemi aumentano. Gli Its, strutturati così, riescono a stare al passo con le necessità del momento».

Qual è la percentuale di studenti che trova subito lavoro dopo i due anni di corso?

«In Italia l’82 per cento, a Parma anche di più».

Il governo scommette sulla crescita degli Its: e ha aumentato i finanziamenti, sfruttando anche i fondi del Pnrr.

«Oggi in Italia ci sono 146 Its, correlati a sei aree tecnologiche considerate strategiche per lo sviluppo della competitività del Paese. Il governo ha dimostrato di credere in questo modello di formazione e ha promesso 1,5 miliardi – quasi la metà dei quali già sbloccata dal ministro Valditara – per incrementare il numero dei corsi. A Parma, per esempio, quest’anno raddoppiamo il numero dei corsi, da tre a sei, e alle fondazioni Tech&Food Academy e Maker Academy si aggiunge quella della Logistica sostenibile, nata da un’esigenza specifica del nostro territorio».

L’obiettivo è, ovviamente, aumentare il numero di iscritti.

«Certo, facendo conoscere gli Its a sempre più potenziali utenti e alle loro famiglie. Sono convinta che, conoscendo la qualità dei corsi e della formazione, tanti diplomati potrebbero preferirli a una laurea breve: anche e soprattutto per le altissime probabilità di trovare un posto di lavoro appena finiti i due anni. Credo che i migliori ambasciatori degli Its siano gli studenti che li hanno scelti e frequentati. In generale, l’obiettivo è raddoppiare gli iscritti entro il 2025».

Quali sono le esperienze di maggior successo, fuori dall’Italia, a cui ispirarsi?

«In Germania funzionano benissimo da tanti anni. Ci sono 800mila iscritti, contro i 25mila in Italia».

Il Cisita ha creduto da subito (e investito) nelle fondazioni Its: quali attività ha messo in campo per contribuire allo sviluppo dei corsi?

«Seguiamo la progettazione e la gestione dei corsi di studio, che sono impegnative, così come il coordinamento, il reperimento delle aule, l’inserimento dei ragazzi nelle aziende. Credo che il nostro territorio sia riuscito a intercettare, più di altri, questo tipo di formazione innovativa: i tre Its presenti sono, non casualmente, la naturale espressione dei settori più forti nella nostra provincia. E questo dà la misura del contatto diretto tra impresa e mondo della formazione, che è fondamentale. Il Cisita si è molto prodigato, da anni, per mettere insieme tutti gli attori di questa “filiera formativa”, organizzando i corsi, mettendosi in contatto con le aziende, cercando docenti all’interno delle imprese. Tutto questo ha permesso lo sviluppo degli Its sul territorio. Uno sviluppo importante e strategico».

In che modo il tessuto industriale di Parma partecipa all’attività delle fondazioni?

«Innanzi tutto è fondamentale, per il successo degli Its, che i piani di studio vengano studiati dalle Academy d’intesa con le imprese. E anche il fatto che tanti docenti arrivino dalle aziende permette a loro di toccare con mano il livello degli Its e le eventuali problematiche e ai coordinatori dei corsi di avere un riscontro in tempo reale sulle esigenze formative».

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