IL NUOVO TARDINI
Era il 6 aprile 2021 quando, dagli spalti del Tardini, Kyle Krause annunciava la volontà di costruire il nuovo stadio di Parma mostrando i primi disegni realizzati dallo studio Zoppini associati di Milano. Ora, a distanza di quasi 30 mesi da allora, il Parma presenterà oggi il progetto definitivo del nuovo stadio Tardini.
Il nuovo disegno è frutto delle esigenze emerse in questi mesi durante la lunga serie di incontri con i cittadini, ma anche da quanto indicato nella mozione approvata lo scorso 3 aprile in consiglio comunale. Sempre in consiglio, il 24 gennaio del 2022, era arrivato poi il primo «sì» con la delibera con cui si dichiarava l'interesse pubblico dell'opera, un «via libera» ribadito anche dall'attuale Giunta lo scorso 5 aprile. Su tutto poi la decisione, più volta ribadita sia dal sindaco Federico Pizzarotti che dall'attuale primo cittadino Michele Guerra, di non traslocare l'impianto in altre zone rispetto all'attuale collocazione di fronte al Petitot, dove lo volle cento anni fa l'avvocato Ennio Tardini. E ora finalmente, dopo tutti questi passaggi, il disegno definitivo del nuovo impianto che ospiterà la squadra crociata.
Il progetto che arriverà oggi in Comune verterà sul rifacimento, «tramite demolizione e ricostruzione, dell'attuale impianto e non prevederà ulteriore consumo di suolo». La capienza sarà di 20.986 posti a sedere, con la possibilità di accedere ad ogni settore indipendentemente dalle abilità fisiche. Rispetto a quanto era stato anticipato nel primo progetto preliminare e nella sua relazione illustrativa, la capienza cala di circa duemila unità. Il primo progetto la prevedeva infatti a quota 23mila con la possibilità di ampliarla di ulteriori duemila unità. Invariata invece l'area complessiva adibita a spazi pubblici che resta di 20.000 metri quadri.
Tutti i settori del nuovo impianto saranno dotati di copertura, le sedute previste più ampie delle attuali e sarà migliorata la visibilità del campo. Grande attenzione è poi rivolta all'accoglienza delle famiglie e all'ospitalità dei tifosi con uno spazio ristorazione per ogni settore dello stadio.
Le aree commerciali saranno complessivamente di 2.962 metri quadri. In questo computo vanno però compresi anche gli attuali Parma Store, il negozio di merchandising del club, ed il museo del Parma calcio dedicato a «Ernesto Ceresini». Inoltre saranno create delle aree in cui sarà possibile organizzare eventi pubblici e verrà infine realizzata una nuova piazza, adiacente alla tribuna ovest, che sarà, a tutti gli effetti, un nuovo spazio pubblico a disposizione dei cittadini.
La sostenibilità ambientale è uno dei cardini di tutta l'opera e sarà uno degli elementi, a parere dei progettisti, che renderà il nuovo stadio, e tutta l'area limitrofa, un esempio innovativo sia per quanto riguarda la riduzione delle emissioni acustiche che quelle luminose.
La copertura sarà poi interamente ricoperta da pannelli fotovoltaici ed è previsto anche un sistema per il recupero delle acque piovane. Lo stadio sarà di fatto una «comunità energetica» che produrrà e condividerà energia rinnovabile, gestendo e generando in autonomia a costi vantaggiosi, riducendo nettamente le emissioni di anidride carbonica.
È poi centrale nel progetto anche l'incentivazione della mobilità pubblica e l'accesso non veicolare allo stadio. In questo ambito è in corso di definizione anche la possibilità di prevedere modifiche all'assetto viabilistico di piazzale Risorgimento per agevolare l'ingresso dei tifosi allo stadio ma anche per rendere più fruibile la nuova piazza interna all'impianto durante tutta la settimana.
La spesa per il rifacimento del Tardini, aveva detto lo stesso presidente Kyle Krause alla presentazione del primo progetto nell'aprile del 2021, «sarà interamente sostenuta dalla mia famiglia» e così è stato confermato. Il Parma infatti ribadisce l'impegno ad assumersi interamente gli oneri di costruzione per un costo stimato di 138 milioni di euro.
La spesa indicata ora è decisamente superiore a quanto era stato preventivato nel precedente progetto. Sino ad oggi era stato ipotizzato un costo per la realizzazione del nuovo impianto di circa 80 milioni di euro. L'incremento è così di oltre 50 milioni di euro, oltre il 68% in più, ed è senza dubbio una prova di come il disegno odierno sia ancora più innovativo rispetto a quello precedente.
Ora che il progetto definitivo è stato depositato in Comune può essere attivato l'iter per la convocazione della conferenza dei servizi, l'organismo che, nelle procedure di realizzazione di opere pubbliche e di interesse pubblico, esprime un parere sul progetto preliminare al fine di indicare le condizioni per ottenere, sul progetto esecutivo, le intese, i pareri, le concessioni, le autorizzazioni, le licenze, i nullaosta e gli assensi richiesti dalla normativa vigente. Poi un possibile nuovo passaggio in consiglio comunale e, infine, dopo il progetto esecutivo, la gara di appalto.
La preoccupazione più grande per i tifosi che si recano al Tardini per seguire le partite del Parma è che, durante i lavori di rifacimento dello stadio, siano costretti ad intraprendere lunghe trasferte per seguire i match «casalinghi» della formazione crociata. Su questo punto il Parma calcio sta lavorando per trovare una soluzione in grado di evitare il più possibile questi disagi. Spunta infatti l'ipotesi, avanzata con il nuovo progetto, di «messa in opera di uno stadio temporaneo durante i lavori di costruzione». L'idea insomma è quella di replicare quanto sta facendo il Cagliari con la Sardegna Arena (ora Unipol Domus). In attesa di poter costruire il nuovo stadio, la società sarda ha creato un impianto provvisorio interamente realizzato in moduli prefabbricati in materiale metallico rivestiti esternamente con pannelli in legno e plastica per una capacità di 16.000 posti a sedere. È quanto successo poi anche durante i recenti mondiali del Qatar dove alcuni stadi, una volta finita la competizione, sono stati totalmente smontati e l'area recuperata all'uso originario; cosa che il Bologna calcio farà questa estate.
Il Parma così sta valutando la possibilità di utilizzare un impianto sportivo già esistente, in provincia o nelle zone limitrofe, su cui installare delle strutture prefabbricate per ampliarne la capienza ed essere in linea con le norme federali per la sua omologazione. Per realizzarlo, e renderlo accessibile al pubblico, potrebbero bastare anche soli tre mesi e quindi evitare, del tutto o quasi, la necessità di chiedere ospitalità ad altri club di categoria. Più difficile, ma ugualmente percorribile, l'ipotesi invece di costruire ex novo un impianto provvisorio, come fatto dal Cagliari, perché i tempi di realizzazione sarebbero decisamente più lunghi con, in più, la necessità di reperire un'area dove collocare la struttura per le gare interne del club.
Resta comunque ferma la volontà del Parma di evitare il più possibile lunghe trasferte, anche se questo dovesse comportare un ulteriore esborso economico per la realizzazione dell'impianto provvisorio.
Giuseppe Milano
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