CASO «PASIMAFI»
Il nome dello yacht «Pasimafi», lo ricordano tutti. La barca a cui fu «intitolata» l'inchiesta che nel 2017 scatenò una bufera al Maggiore, visto che a finire agli arresti (domiciliari) fu uno dei professori più conosciuti dell'Università, nonché primario della 2a Anestesia e Rianimazione: il re della terapia del dolore, Guido Fanelli, che dopo l'esplosione del caso ha lasciato l'ospedale e l'Ateneo. La vicenda è poi stata spezzettata in vari rivoli processuali, con posizioni finite in altri tribunali, archiviazioni e proscioglimenti. A Parma, il filone principale sulla corruzione, di fatto, deve ancora prendere il via (l'udienza fissata a ottobre potrebbe slittare), ma ieri si è chiusa la costola dedicata ai concorsi universitari. Tutti assolti i nove imputati, accusati di abuso d'ufficio, a partire da Guido Fanelli. E oltre all'ex primario del Maggiore, assoluzione anche per Raffaella Troglio, ex medico della 2a Anestesia, per Massimo Allegri, milanese, delfino dell'ex primario, per il chirurgo vascolare parmigiano Pierfranco Salcuni e per Maurizio Marchesini, medico bresciano. Assolte anche le candidate vincitrici dei concorsi: Susanna Biondini, Fabiana Salici, Raffaella Di Pasquale e Adriana Valente.
Così ha deciso, ieri pomeriggio, il collegio presieduto da Paola Artusi. Ma la sentenza è tutt'altro che sorprendente, perché già il pm Paola Dal Monte aveva chiesto l'assoluzione per tutti. A sgonfiare il caso, infatti, è stata l'esclusione da parte dei giudici delle intercettazioni agli atti. Dopo la pronuncia del 2019 della Cassazione a Sezione Unite sull'utilizzabilità delle intercettazioni di procedimenti diversi, molti processi si sono arenati. E così è stato anche per questo, in cui le prove si sarebbero basate sostanzialmente su quelle acquisizioni: «Il venir meno delle intercettazioni - aveva sottolineato il pm durante la requisitoria - ha fatto venir meno la prova di quella che era la realtà rispetto all'apparenza».
Pochi, ieri, i difensori in aula, ma dopo la richiesta del pubblico ministero - e soprattutto dopo l'esclusione delle intercettazioni - tutti si attendevano questo esito. Da parte sua, l'Azienda ospedaliero-universitaria, rappresentata dall'avvocato Paolo Moretti, aveva revocato nei mesi scorsi la costituzione di parte civile.
Al centro del processo quattro concorsi universitari tra il 2014 e il 2017: Fanelli era il presidente delle commissioni esaminatrici accusate di aver pilotato i bandi. Secondo l'accusa, alle candidate, su indicazioni dell'ex primario della 2a Anestesia, sarebbero state consegnate in anticipo le domande della prova. Una delle candidate, inoltre, sarebbe stata ammessa al concorso nonostante la sua domanda fosse giunta fuori tempo (e per questo fosse stata esclusa da una delibera del direttore generale Massimo Fabi).
Ma cosa si sarebbe mosso dietro le quinte non è stato provato. Sarebbe emerso, secondo l'accusa, dall'ascolto delle intercettazioni. Che, però, dal processo sono rimaste fuori.
Georgia Azzali
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