CICLISMO
Noceto Ha percorso 1219 chilometri in 85 ore in sella alla sua bicicletta sfidando le tenebre, pendii scoscesi, strade sconosciute e le condizioni atmosferiche più estreme.
Francesco Monticelli, nocetano di 49 anni con un passato da mediano di mischia, ha partecipato all’ultima edizione della Parigi-Brest-Parigi, il più antico evento ciclistico al mondo che si svolge una volta ogni quattro anni.
Organizzata per la prima volta dall’Audax Club Parisien nel 1891, la corsa, oggi riservata agli amatori, parte dal lato sud della capitale francese viaggiando per 600 chilometri a ovest attraverso la Bretagna fino alla città portuale di Brest, sull’Oceano Atlantico, prima di tornare lungo la stessa rotta.
Ai cancelli di partenza, naturalmente scaglionati, si sono presentati in 7mila provenienti da ogni angolo del globo. Il regolamento consentiva di poter scegliere se percorrere il tragitto in 80, 85 o 90 ore; Monticelli ha scelto le 90 ore, ma ha concluso in 85: «E ho anche sbagliato strada – tiene a precisare il ciclista, dipendente Parmalat, esperto in lunghe distanze – perché era l’una di notte e ho imboccato una salita nella campagna sperduta pedalando per 30 chilometri in più».
Lo sforzo è sovrumano, l’aspetto mentale non è da sottovalutare. Si pedala per più di tre giorni quasi ininterrottamente: «Avrò dormito al massimo 5 ore in tutto, una volta persino nell’anticamera di una banca, sotto a un bancomat».
«Ci si nutre stando in sella; io prediligevo riso, verdure cotte e pollo. Ho avuto la fortuna di correre in un periodo in cui mi sentivo molto bene, il fisico ha reagito nel migliore dei modi e la soddisfazione per avere portato a termine l’impresa è stata enorme». Le persone a bordo delle strade, le bandiere variopinte al vento, i bambini che rincorrevano le biciclette: «L’atmosfera è come quella del Tour de France – ha dichiarato Monticelli – le persone ti incitano dal primo all’ultimo chilometro, nei giardini delle abitazioni vengono allestite tavole imbandite e tutti offrono ospitalità. Mi sono sentito un corridore professionista».
E per il futuro? In cantiere ci sono, una all’anno, la 1001 Miglia o la CapoNord 4000, la Londra-Edimburgo-Londra e la Madrid-Gijon-Madrid .
«Dipende se mia moglie Federica e mio figlio Riccardo Maria mi danno il permesso», scherza.
Per ora il ciclista si gode il momento e nella sua mente è ancora vivido il ricordo di quando, pochi giorni fa, con la medaglia di finisher al collo ha scritto sul Great Book ufficiale: «Francesco Monticelli è stato qui, Noceto presente».
Pietro Furlotti
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