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FIORI D'ARANCIO

Da Londra alle Filippine un amore senza confini. Ma per il fatidico «sì» Francesca e Josh hanno scelto Parma

Da Londra alle Filippine un amore senza confini. Ma per il fatidico «sì» Francesca e Josh hanno scelto Parma

di Anna Pinazzi

15 Settembre 2023, 03:01

Quello di Francesca e Josh è stato un «sì» che ha attraversato e unito, in un unico grande atto d’amore, lingue, culture, mondi diversi. Da Parma alle Filippine, passando per l’Inghilterra: l’affetto si moltiplica nei tempi lunghi di voli aerei, partenze e ritorni, abbracci infiniti. Lei, Francesca Ferrari, nata da papà Gaetano (Nanni), parmigiano del sasso, e mamma Gina, originaria delle Filippine. Lui, Josh Notley, originario di un piccolo paese vicino a Cambridge e residente a Londra.

L’inizio della loro storia pare quello di un romanzo: i due si conoscono all’università, studiano entrambi al Royal College of Art a Londra nel 2017, ma è solo nel 2019 che iniziano a frequentarsi. Poco dopo i loro primissimi appuntamenti arriva il Covid, con gli obblighi di distanza. Così ecco la scelta «un po’ folle ma quanto mai azzeccata» di andare a vivere a casa di lui, «da subito insieme ai suoceri» ride Francesca. Il tempo passa, le famiglie si conoscono e Josh rimane incantato «dal cibo straordinario e dalla Cittadella» della nostra città. Ormai è deciso: il matrimonio si celebrerà a Parma. Ecco allora che pochi giorni fa, il 9 settembre, è stata festeggiata a villa Malenchini l’unione di Francesca e Josh e, in realtà, anche di quelle loro diverse e così profonde radici.

Il rito civile è stato pensato appositamente nei minimi dettagli: la consigliera comunale Gabriella Corsaro ha celebrato le nozze in italiano, mentre Pietro Ferrari (della famiglia della sposa) ha tradotto in inglese e raccontato i passaggi dei riti filippini, amalgamati con cura alla tipica celebrazione laica occidentale. Le promesse, gli anelli, il menù «parmigianissimo» della cena incontrano i riti delle candele, del velo, della corda e delle monete (l’Arras). L’accensione della candela che simboleggia la saggezza e la luce guida che sostiene il matrimonio (gli sposi si sono affidati ai nonni di Josh, sposati da 60 anni), il velo come simbolo dell’unità della coppia, che affronta il mondo come una cosa sola, la corda che viene appoggiata sugli sposi a forma di infinito per rappresentare il legame eterno e l’Arras, infine, lo scambio di monete che rappresenta la responsabilità, il benessere e la prosperità.

L’amore diventa quindi anche un atto identitario: «Ho sempre avuto difficoltà a capire a che cultura appartenessi - confida Francesca -. Fin da piccola ho sempre viaggiato e trascorso alcuni periodi nelle Filippine, ho studiato e vissuto a Parma, poi mi sono trasferita a Londra per specializzarmi e per lavoro» racconta. «Poi ho capito - riprende Francesca -: non appartengo a una sola cultura». In lei, infatti, si trovano «i valori famigliari e il concetto del “vivere bene e in serenità” tipici italiani», «la gioia delle piccole cose e del sentirsi fortunati per quel che si ha» radicata nella cultura filippina, «la gentilezza e il rispetto per l’altro» che ha trovato in quella Londra che è poi diventata la sua casa. Tutto riunito e romanticamente racchiuso in quel «sì» pronunciato in più lingue, che poi, si sa, diventano una sola quando si parla lo stesso alfabeto d’amore.

Anna Pinazzi

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