Obstacle Course Race
Borgotaro L’«Obstacle Course Race» (disciplina da iron man che richiede una preparazione completa su corsa, ostacoli, prove di agilità, equilibrio, forza e resistenza) ha il suo campione mondiale sulla lunghezza dei 3 km: è Gian Maria Savani, 35enne di Borgotaro.
Due giorni fa, infatti, a Genk (in Belgio), ha conquistato il gradino più alto del podio dopo una gara spettacolare e durissima che lo ha visto sfidare altri 7 contendenti nella categoria massima «Élite», quella cioè che riunisce i migliori 8 atleti di tutte le età. Ma non è finita qui, perché ieri il borgotarese si è misurato anche nella 15 km, portandosi a casa il titolo di vicecampione mondiale: la medaglia d’argento è arrivata dopo aver superato 7 avversari negli ultimi chilometri di gara.
Oggi, invece, Savani partecipa alla gara a squadre dove correrà insieme ad altri due atleti scelti tra i più forti della nazionale italiana. Al mondiale di Ocr (15-17 settembre), «Jamma» è arrivato dopo aver superato sfide a tutti i livelli, dapprima contro se stesso per misurarsi con una disciplina scoperta durante il lockdown, poi con altri atleti tanto a livello provinciale e regionale, quanto nazionale e internazionale.
Al mondiale, il nostro è arrivato forte di un quinto posto europeo (la gara è stata disputata a giugno in Ungheria, finendo a soli 30 secondi dal podio) dopo aver portato a casa, a livello nazionale, 9 vittorie e un secondo posto.
«Per l’appuntamento belga, mi sono allenato senza sosta, tutti i giorni, arrivando al limite delle mie capacità – dichiara Savani raggiunto poco dopo la bellissima gara dei 15 km - e l’ho fatto conciliando lavoro e preparazione atletica. Sono arrivato qui sereno, senza pensare alla competizione o agli altri avversari». Savani racconta infatti la strategia di gara concordata con il suo mental coach: «Non sono partito subito fortissimo, come invece mi aspettavo avrebbero fatto gli altri atleti. L’ho fatto semmai rispettando il mio ritmo, entrando fin da subito in quello che in gergo chiamiamo “flow” profondo, che ti porta a un livello di concentrazione tale da non farti scivolare in distrazioni. Il mio obiettivo non era vincere la gara, ma ottenere il mio miglior risultato possibile. Verso la fine della competizione, però, la strategia è risultata vincente: mi sono accorto di non avere nessuno davanti ma finché non mi hanno comunicato, a poche centinaia di metri dal traguardo, che il secondo atleta l'avevo distaccato di 30 secondi, non mi sono mai voltato. E quando l’ho fatto, avevo capito che era fatta e che avrei vinto».
L’avversario distaccato era nientemeno che il campione europeo in carica. Un risultato, quello ottenuto in Belgio, che porta in Italia l’ambito titolo mondiale e che migliora il ranking di Savani, partito per Genk avendo già con in tasca il primo posto nazionale sia nella 3 km che nella standard. Tra ostacoli naturali o artificiali da scavalcare, pesi da portare, distanze da percorrere su più tracciati, l’allenamento di un obstacle course runner è quanto di più provante si possa immaginare. E se non avete ancora ben capito il peso dell’impegno, tenete conto che Savani, a oggi e nella sola corsa, vanta oltre 3mila km percorsi in appena un anno.
Monica Rossi
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