IL VIRUS
Eris, l'ultima mutazione del Covid, è arrivata a Parma. Dai campionamenti condotti su tre malati, due test sono risultati positivi alla variante Eris e uno a Kraken, quella precedente. «È innegabile, i casi sono in aumento e anche il ministero della Salute si aspetta un picco, però fare previsioni su quando verrà raggiunto è difficile». Tiziana Meschi, direttore del Dipartimento medico geriatrico riabilitativo e della struttura complessa Medicina interna di continuità dell'ospedale, evita comunque gli allarmismi.
«La situazione è in divenire, ma per ora non è preoccupante. Ogni reparto è in grado di accogliere i positivi in stanze dedicate». La prima terribile ondata, per fortuna, resta un ricordo. «Attualmente i sintomi non sono paragonabili a quelli del 2020. Riscontriamo qualche giorno di febbre, tosse, ma nulla di drammatico. Però è innegabile, i casi sono aumentati». Un aiuto potrà arrivare dai vaccini, anche se non ci sono ancora tempi certi sulla loro somministrazione. «L'importante è proteggere i fragili». Ma questo vale anche senza lo spettro del Covid.
Nel frattempo, il ministero alza la soglia di attenzione, passando dal liberi tutti al ritorno dei tamponi in pronto soccorso e ospedale. Tamponi che, a dir la verità, a Parma non sono mai scomparsi. Una circolare ministeriale indica il ritorno dei test per i pazienti con sintomi riconducibili al Covid che si presentano al pronto soccorso. Test anche per coloro che negli ultimi cinque giorni, pur non avendo i sintomi, hanno avuto un contatto con un positivo e per i pazienti, pur asintomatici, che devono essere ricoverati in aree ad alto rischio. Il test è «indicato» anche per chi accede (nuovi ingressi o trasferimenti) nelle strutture residenziali sanitarie e in quelle socio-sanitarie in cui ci sono pazienti fragili.
P.Dall.
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