FESTIVAL VERDI
La Abigaille incarnata e viscerale del soprano Marta Torbidoni, il Nabucco aderente e convincente del baritono Vladimir Stoyanov, insieme al Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani, si rivelano la colonna vertebrale del «Nabucco» in forma di concerto presentato ieri sera dal Festival Verdi al Teatro Magnani di Fidenza e affidato alla bacchetta esperta del milanese Giampaolo Bisanti sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini.
Un pubblico non al completo ma costituito certamente da melofili interessati, molti arrivati dall'estero, ha tributato un buon successo all'opera.
Il vero quesito: la forma di concerto, dunque senza scene né costumi, ma tuttavia nella singolare bellezza della camera acustica recentemente restaurata del Magnani, aggiunge o toglie all'opera? Certamente, diminuisce la teatralità, ne guadagna però l'ascolto della parola e della musica. «Nabucco tra le opere di Verdi è quella con maggior forma oratoriale, quindi funziona benissimo anche in forma di concerto», è il parere non “disinteressato” di Alessio Vlad, musicista di vaglia e consulente artistico del Regio che sottolinea, nella fattispecie, l'apporto del Coro del Regio.
Per chi ha voglia di far paragoni, «Nabucco» fu proposto dal Festival l'ultima volta nel 2019 al Regio, nel discusso e discutibile progetto creativo di Ricci e Forte. Dunque...
Tolta dal tavolo la questione se sia meglio in forma di concerto o no (ognuno dirà la sua), resta il dato oggettivo che questo è un titolo verdiano dei più amati, anche per la ricchezza di duetti, terzetti, scene d’assieme che davvero innervano il dramma storico/religioso. Senza dire di per quel «Va, pensiero» che è nel cuore degli italiani: per un lungo periodo fu più famoso dell'Inno di Mameli (nel 2009, un tempo che oggi ci pare preistoria, un tal Onorevole propose di sostituirlo, vabbé cronachetta).
Di «Nabucco» si è tanto parlato anche nei giorni scorsi, in relazione all'inaugurale «I Lombardi alla prima Crociata» al Teatro Regio. Un filo “storico”, un “continuum” lega i titoli in programma tra Parma e le Terre Verdiane: «Sempre importante avere un dialogo serrato col territorio, Fidenza per noi è importante perché ha una grande tradizione», sottolinea il sovrintendente del Regio Luciano Messi.
E Fidenza ha salutato la proposta con convinti applausi: detto di Torbidoni e Stoyanov, eccellenti nel cast, consensi anche per Marco Ciaponi (Ismaele), Marko Mimica (Zaccaria), Caterina Piva (Fenena), Lorenzo Mazzucchelli (Il Gran Sacerdote di Belo), Marco Miglietta (Abdallo) e l’allieva dell’Accademia Verdiana Lei Wu (Anna). Lo spettacolo replicherà venerdì 6 ottobre.
Mara Pedrabissi
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