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Parla il comandante dei carabinieri

«I truffatori? Sono gentili. Diffidate dei buoni samaritani»

«I truffatori? Sono gentili. Diffidate dei buoni samaritani»

29 Settembre 2023, 03:01

«Non bisogna stancarsi di ripetere i consigli per evitare le truffe. In casi come questi la comunicazione, specie se rivolta alle persone più fragili, è fondamentale». Repetita iuvant, dunque. Ne è certo il colonnello Andrea Pagliaro, dall'inizio di settembre comandante provinciale dei carabinieri di Parma. L'ufficiale dell'Arma torna anche sul caso raccontato sulla Gazzetta di ieri di una famiglia dell'Oltretorrente vittima di una truffa ordita da due malviventi che, spacciandosi per carabinieri, hanno detto a una donna che suo figlio aveva «travolto e ucciso una persona», convincendola a consegnare loro i suoi gioielli per pagare una fantomatica cauzione.

«Si spacciano per carabinieri perché sanno che la gente di noi si fida - spiega il comandante -. I criminali fanno poi leva sui sentimenti più profondi delle persone, approfittando degli affetti ma anche delle fragilità». Lunghissimo l'elenco delle «tecniche» con cui i criminali «cercano di carpire la fiducia della vittima, spesso anziana, per procurarsi un ingiusto profitto». Ma, per fare scudo contro queste odiose truffe, «le persone devono aiutarci ad aiutarle». Diventando anche sospettose e diffidenti. Attenzione, prima di tutto, a come si presentano i truffatori. «Di solito sono sorridenti e ben vestiti, cercano l'abbraccio». Inoltre, ricordare sempre che «mai un appartenente alle forze dell'ordine chiederà soldi come cauzione o risarcimento. Se qualcuno dovesse farlo o chiedesse oro o gioielli, capire che c'è “qualcosa sotto” e telefonare al 112. E questo vale anche per “presunte” fughe di gas o “controlli” sulle banconote che la vittima ha appena prelevato allo sportello». I criminali infatti escogitano sempre nuovi modi per colpire. Tra questi la «cosiddetta tecnica del gelato. Sporcano la giacca della vittima e mentre questa se la toglie per pulirla, arraffano il portafoglio». Oppure si fingono «buoni samaritani» aiutando il malcapitato a «portare la spesa a casa per penetrare nell'abitazione e magari far entrare anche un complice». O ancora a riparare o a gonfiare la gomma dell'auto che «loro precedentemente hanno bucato o sgonfiato. Fatti di questo genere avvengono spesso nei parcheggi dei supermercati». L'appello del colonnello Pagliaro è di «fare sistema. In provincia di Parma avvengono più di tre truffe al giorno e noi andiamo a parlarne nelle scuole, nelle parrocchie, nei centri commerciali e incontriamo i sindacati, le associazioni di categoria, i medici di base e gli istituti di credito. Nonostante questo, queste truffe continuano, anche se ultimamente si sono spostate su un terreno informatico». Resta, comunque, fondamentale parlarne, informarsi.

Spesso, va sottolineato, che è anche «il cittadino che comunica i suoi dati personali, come avviene ad esempio, su Internet. C'è gente che mette su Facebook tutta la propria vita e questo non è prudente. O, specialmente gli anziani, forniscono informazioni sulla propria vita al telefono. I malviventi, inoltre, rovistano perfino nei rifiuti per trovare informazioni sulle vittime da colpire. Spesso le più deboli. Ma, per quanto riguarda le truffe online, anche i giovani. Parlare è fondamentale e, quando si hanno dubbi, chiamare il 112. Oltre a tenere tutti i numeri utili dei vari servizi, dalle forze dell'ordine ai fornitori di energia. Perché i truffatori forniscono anche numeri falsi, a cui risponde un complice».

Michele Ceparano

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