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LETTERATURA

Nobel a Fosse, Luigi Allegri «anticipò» l'Accademia di Svezia

Nobel a Fosse, Luigi Allegri «anticipò» l'Accademia di Svezia

di Valeria Ottolenghi

06 Ottobre 2023, 03:01

Dieci anni fa, novembre 2013, Parma ospitava un importante convegno, «Le vie italiane a Jon Fosse», presieduto da Luigi Allegri, sottotitolo «Drammaturgia, recitazione, regia per un protagonista del teatro contemporaneo»: all’interno dell’Istituto di Storia del Teatro faceva preziose ricerche la studiosa del grande scrittore norvegese Manuela Bambozzi che apriva quell’importante giornata di analisi e confronti con «Percorsi nelle scritture di Jon Fosse».
Ora quest’autore ha meritato il premio Nobel «per le sue opere teatrali e la prosa innovativa che danno voce all’indicibile», Jan Fosse autore in verità multiforme capace di mettersi in gioco in ogni forma di scrittura.
La Nave di Teseo ha pubblicato importanti romanzi, in particolare si ha tra le mani qui, denso di echi profondi, «L’altro nome, Settologia I-II» il cui autore è stato avvicinato a Ibsen e Beckett, ma di cui il New York Times ha scritto «ma è molto di più. Per una ragione: la sua intensa, poetica semplicità». Ma è naturalmente il mondo del teatro a essere particolarmente lieto di questa notizia.
Molte le regie italiane, in particolare di Valerio Binasco, tra i maggiori registi italiani, che, tra l’altro, ha proprio in programma di mettere in scena con lo Stabile di Torino, marzo 2024, ancora un testo di Fosse «La ragazza sul divano».
Luigi Allegri si dichiara molto contento per questo Nobel: «e sono anche un po’ orgoglioso, debbo dirlo, per il nostro convegno di dieci anni fa, per la capacità di riconoscere molto presto i meriti di questo autore, invitando le persone a riflettere a livello teorico, tenendo però contemporaneamente presenti anche gli aspetti più concreti del teatro, la recitazione, la regia».
Al tavolo dei lavori, oltre ad Allegri, la Bambozzi e lo stesso Binasco, studiosi e persone di teatro, tra questi Vanda Monaco Westerstàhl e Marco Sgrosso che quella sera di novembre avevano quindi interpretato al Teatro al Parco rispettivamente i personaggi di «L’Uno» e di «Qualcuno da Altrove», mentre Fiorenzo Madonna era «L’Altro» nella mise en espace del testo di Jon Fosse «Io sono il vento».
Ma Allegri ha ricordato anche l’importante numero monografico del Castello di Elsinore, 2015, che raccoglieva diversi saggi su questo scrittore ora fresco di Nobel, indagini critiche nate in parte proprio da quel fondamentale incontro nella nostra città.
«Alcuni testi di Fosse sono davvero folgoranti, tutti sempre estremamente stimolanti», aggiunge Allegri, queste le prime parole della sua introduzione al volume di interventi critici di Elsinore: «Nei primi giorni dell’ottobre 2013 si sparse la voce che Jon Fosse era tra i possibili candidati al Premio Nobel per la Letteratura e nell’immediatezza all’assegnazione si scoprì, in effetti, che l’autore norvegese era addirittura nella cinquina dei finalisti».
Dieci anni per arrivare infine alla meta dell’importante riconoscimento internazionale.
Manuela Bambozzi, che ha curato convegno e dossier, sottolinea, nel suo studio d’apertura, «Cercare (e trovare) il teatro nelle scritture di Jon Fosse», come una stessa opera di Fosse riesca a ispirare messe in scena del tutto differenti: «Nei testi di Fosse le parole e le frasi si ripetono, a volte apparentemente identiche, più spesso ritmate da piccole variazioni che incatenano la voce interiore di chi le legge, dell’attore che le fa diventare vive attraverso il proprio corpo, ma anche dello spettatore». 

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