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Morto Giorgio Cocconi: fondò e diresse l'Oncologia di Parma

Morto Giorgio Cocconi: fondò e diresse l'Oncologia di Parma

di Monica Tiezzi

09 Ottobre 2023, 03:01

Si è spento ieri mattina a 90 anni, nel padiglione Barbieri del «suo» ospedale Maggiore, il professor Giorgio Cocconi, fondatore e direttore per molti anni del centro oncologico dell'ospedale cittadino e oncologo di fama internazionale.

Giorgio Cocconi, originario di Montecchio, si era laureato in medicina all'università di Parma e aveva ottenuto quattro specializzazioni: oltre che in oncologia, in cardiologia, gastroenterologia e semeiotica medica.

Tutta la sua carriera si era svolta al Maggiore, dove nel 1976 gli fu affidato il compito di fondare il centro oncologico di Parma, che lo vide impegnato - professionalmente ma anche umanamente - con tanti pazienti.

Uomo di profonda fede cattolica, Cocconi fu anche presidente dell'Associazione medici cattolici prima di Parma e poi di tutta l'Emilia Romagna.

Il figlio Paolo ricorda come anche i suoi fine settimana liberi fossero spesso spesi a visitare i pazienti. «Un suo riferimento era il cardiochirurgo Giancarlo Rastelli, anche lui cattolico e parmigiano, che era solito dire: “La scienza è la forma più importante di carità”. Papà condivideva questa visione: umanità ma anche molta fiducia nella ricerca» dice Giovanni Cocconi, per anni giornalista della Gazzetta di Parma.

Firmatario di molti studi e ricerche su importanti riviste mediche (come Annals of oncology e New England journal of medicine), nel 1982 Cocconi fondò il Gruppo italiano di ricerca clinica (Goirc), team di ricerca di ambito nazionale e internazionale nei diversi settori dello studio dei tumori.

Dal 1987 al 1991 fu anche presidente dell'Associazione italiana oncologia medica (Aiom), fondata dal professor Gianni Bonadonna.

Tra gli studi più importanti pubblicati dal professor Cocconi insieme con il suo team si ricordano quello che dimostrò la superiorità della chemioterapia adiuvante con CMF + Tamoxifen, pubblicato sulla rivista «Cancer», e quello sul cosiddetto «intreccio CMFEV» nel trattamento del carcinoma mammario avanzato, pubblicato sulla rivista «Annals of Oncology».

In pensione dal 2000, Cocconi non aveva mai abbandonato la medicina. Convinto che la professionalità e la competenza scientifica dovessero andare di passo passo con l'etica, aveva fondato nel 2006 con Almerico Novarini - ex preside della Facoltà di medicina dell'università di Parma - il Centro di bioetica Luigi Migone (un omaggio al professore di cui Cocconi era stato allievo) che trattava i temi cruciali dell'etica medica, fra cui il fine vita, la nascita, la procreazione assistita, le cure palliative.

Tra i tanti i premi ricevuti durante la sua lunga carriera, ricordiamo quello che gli fu consegnato all'Eliseo dal presidente Jacques Chirac, a metà degli anni Novanta e, nel 2022, il premio alla carriera di Esmo (European society of medical oncology), società scientifica nata nel 1975 e oggi principale organizzazione professionale per l’oncologia medica d’Europa. Cocconi è stato premiato da Esmo assieme ad altri quattro medici italiani.

«È stato il mio maestro, da lui ho imparato la dedizione alle persone ammalate e il metodo scientifico in oncologia - dice l'oncologo Vittorio Franciosi, oggi presidente del Centro di bioetica Migone - È stato, con Giorgio Bonadonna, uno dei pionieri della ricerca oncologica in Italia, portando la Scuola di Parma a livello internazionale, soprattutto per il carcinoma alla mammella».

Giorgio Cocconi, che ha sempre vissuto a Parma, lascia tre figli avuti con la moglie Edda, compagna di una vita scomparsa un anno e mezzo fa: Monica, insegnante universitaria, Giovanni, ex giornalista della Gazzetta e oggi impegnato all'Agcom, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, e Paolo, ingegnere informatico.

Un rosario sarà recitato questa sera alle 20,30 nella chiesa del Corpus Domini, la stessa dove domani alle 14 ci sarà il funerale.

Monica Tiezzi

La Gazzetta di Parma è vicina alla famiglia Cocconi e in particolare a Giovanni, ex giornalista del nostro quotidiano.

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