×
×
☰ MENU

ANZIANI

Collecchio, nasce il cuscino sensoriale che stimola chi ha una demenza

Collecchio, nasce il cuscino sensoriale che stimola chi ha una demenza

di Chiara Cacciani

14 Ottobre 2023, 03:01

«Abbiamo una macchina da cucire, una volontaria e una anziana ospite brave con ago e filo, e le idee ci sono. Quasi quasi proviamo a farne qualcuno». L’ha pensata così Olimpia Adardi, animatrice sociale alla Casa degli anziani di Collecchio e al Centro diurno Montanara. E quel “Quasi quasi proviamo a farne qualcuno” si è trasformato con sorpresa, orgoglio e emozione in un «Quasi quasi lo brevettiamo».

Cos’hanno realizzato lei, la volontaria Patrizia e la signora Lina? Dei cuscini sensoriali «fai-da-te» per Alzheimer e altre demenze. In un unico cuscino, tante proposte per stimolare le abilità residue e continuare a compiere quei piccoli gesti quotidiani che dall’infanzia in poi diventano automatici ma che la malattia rischia di rendere un rompicapo e poi una perdita definitiva: infilare un bottone in un’asola, usare le chiavi, far scorrere una cerniera, aprire e chiudere una chiusura ermetica o manuale, fare il nodo a un laccio. Non solo: l’utilizzo di materiali diversi – morbidi, rigidi, ruvidi, spugnosi, di corda, vellutati - vuole essere anche un’esperienza tattile che aiuti i ricordi e la manualità.

«Quando arrivano ospiti un po’ agitati ci chiediamo sempre come tenerli occupati. Il continuo tentativo di affaccendarsi e di voler usare le mani è tipico della patologia, viene dal proprio vissuto di mestieri, abitudini e passioni ma non sempre riusciamo ad essere veloci nel farci venire in mente qualcosa – spiega Adardi -. Navigando in internet alla ricerca di idee ho visto i cuscini sensoriali per bambini realizzati con metodo montessoriano. Ce n’era anche qualcuno per le demenze ma costava parecchio. Perché non provare a farlo “in casa” dunque, sfruttando gli strumenti che avevamo a disposizione?».

In tre ne hanno realizzati alcuni esemplari, tutti diversi, e poi è arrivato il momento di sperimentarli. «Con un ospite non abbiamo avuto grande riscontro perché era davvero troppo agitato, ma negli altri casi la novità è piaciuta: le persone toccavano, manipolavano, si applicavano. È stata una scoperta anche per noi – sorride - vedere come una cosa così semplice producesse qualcosa di così buono. Si è rivelato uno strumento prezioso per riportarli a quelle pratiche facili che quotidianamente non svolgono più. Se non ti abbottoni più una camicia, finisce che quella manualità la perdi perché poi un familiare o una operatrice si sostituiscono a te».

Oggi oltre al «quasi quasi lo brevettiamo» stanno valutando la possibilità di venderli sotto donazione a favore delle attività di animazione dei due Centri: «A molti familiari queste piccole attività non vengono in mente, o non saprebbero realizzare un cuscino completo: se qualcuno lo volesse, dunque, saremmo ben felici di realizzarne altri».

Chiara Cacciani

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI