IL CASO
Alessandra, un volto dolce che sembra far parte delle memorie del passato. Di un passato ancora più lontano del 29 giugno scorso, quando sarebbe uscita di casa per fare la spesa senza più tornare, come ha denunciato il compagno Ermete Piroli. Una delle poche volte in cui Alessandra Ollari, 53 anni, avrebbe lasciato il suo guscio, perché - almeno secondo il compagno - sarebbe rimasta quasi sempre chiusa tra le quattro mura dell'appartamento di via Marzabotto 2, paralizzata da una profonda depressione. Evanescente per i vicini, per una vecchia amica con cui aveva mantenuto i contatti. E per i parenti, le zie e le cugine di Calestano, il paese di cui è originaria. L'ultima (per ora) testimonianza certa? Quella di Stefania, la parrucchiera a cui Alessandra ha affittato un negozio a Calestano: l'aveva sentita nel maggio del 2022 per risolvere alcune questioni legate alla dichiarazione dei redditi, poi il silenzio. Insomma, troppi punti interrogativi, tanto che il pm Silvia Zannini, che coordina l'indagine portata avanti dai carabinieri, ha aperto nei giorni scorsi un fascicolo per omicidio. A carico di ignoti, almeno per ora. Ma comunque un cambio radicale di prospettiva, rispetto all'ipotesi iniziale dell'allontanamento volontario. Una svolta sostenuta da Penelope, l'associazione che da vent'anni è al fianco delle famiglie degli scomparsi.
«Le cugine di Alessandra non hanno mai creduto che si fosse allontanata volontariamente, per altro senza telefonino, documenti e occhiali, pur essendo miope, e ora sono fiduciose che la procura possa portare avanti tutti gli accertamenti possibili per arrivare alla verità - sottolinea l'avvocato Nicodemo Gentile, presidente di Penelope e legale delle cugine della donna -. Tutto ciò che sappiamo degli ultimi mesi di Alessandra, lo sappiamo dal compagno, assolutamente degno di fede, ma di cui nessuno dei parenti e dei conoscenti aveva mai sentito parlare».
Lui è Ermete Piroli, da quindici anni al fianco di Alessandra, eppure un fantasma per tanti. Una macchia pesante nel suo passato, perché è stato condannato in via definitiva a 1 anno e 6 mesi per violenza sessuale: nel 2009, quando lavorava come autista per il trasporto dei disabili, avrebbe molestato una ragazzina. «Un errore giudiziario», aveva commentato nelle scorse settimane a «Chi l'ha visto?», la trasmissione che ieri è tornata ad occuparsi del caso. Anche un'altra donna, affetta da una patologia psichiatrica, apparso nel programma di Rai 3, aveva raccontato di essere stata avvicinata negli anni scorsi da Piroli e di avere poi ricevuto messaggi a sfondo sessuale. E ieri sera è spuntato anche un testimone che ha parlato del fatto che l'uomo frequenterebbe spesso la zona di borgo Tanzi insieme a un'altra donna. Ma ora, pur non essendo indagato, è bene ribadirlo, come sta vivendo questa nuova fase, dopo la svolta impressa dalla procura? «Sono scosso, ma non voglio dire nulla», risponde in modo garbato. Chiuso nel silenzio. Ma è molto probabile che nei prossimi giorni possa essere sentito come persona informata dei fatti. Per mettere in fila i ricordi di tutti quei mesi in cui sarebbe stato il solo a vedere Alessandra. «Abbiamo depositato una memoria in procura in cui abbiamo messo in evidenza le stranezze di questa scomparsa - spiega l'avvocato Gentile -. Ciò che ci pare meriti particolari approfondimenti è la testimonianza della parrucchiera: è l'affittuaria di Alessandra, ma dal maggio 2022 non è più riuscita a contattarla, nonostante le abbia mandato vari messaggi. Insomma, Alessandra non cura più nemmeno i suoi interessi economici, e questo è un aspetto che merita una verifica. Ma siamo sicuri che la procura ci darà risposte».
Tabulati telefonici, messaggi inviati e ricevuti, accertamenti bancari, perquisizioni e rilievi di ogni tipo: il reato ipotizzato consente di fare indagini ad ampio raggio.
Georgia Azzali
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