Il caso
Non solo le cattive frequentazioni, ma anche le somiglianze pericolose. È per una di queste (oltre che di un concentrato non trascurabile delle prime) che un ventenne di origini nordafricane è stato arrestato, finendo per anno ai domiciliari, prima di essere poi riconosciuto innocente.
Studiava e riusciva pure a guadagnare qualcosa, facendo l'arbitro di calcio. Tutto finito da un giorno all'altro. Il motivo? Essere quasi sosia del componente di una baby gang che imperversava in centro tra la fine del 2020 e gli inizi del 2021. Lui, quei coetanei, li conosceva davvero e qualche minuto lo trascorse con loro, ma non prese parte ai loro raid ai danni di adolescenti italiani. Ma durante le indagini una delle vittime puntò il dito sulla sua fotografia nel fascicolo, salvo poi fare marcia indietro vedendolo di persona, nell'aula del tribunale.
Tra gli arrestati per i due episodi di cui era accusato, è stato lui l'unico a finire a dibattimento, per dimostrare la propria estraneità da due rapine messe a segno in centro. Tutti gli altri cinque coinvolti con lui hanno preferito patteggiare in udienza preliminare. A stabilire una differenza tra loro e il ragazzo, nemmeno diciannovenne all'epoca del primo dei fatti contestati, già un dettaglio geografico: gli altri provenivano tutti da Sant'Ilario, lui invece da Colorno. Incontrandoli in pieno centro, si fermò a salutarli, prima di allontanarsi il 30 novembre 2020. Poco dopo, il gruppetto di Sant'Ilario in piazza Duomo circondò due quattordicenni parmigiani: a uno dei due venne strappata di mano la confezione di patatine fritte che stava consumando: poi fu il turno del portafogli e del cellulare, svuotato dei dieci euro che conteneva.
L'altro episodio contestato al giovane avvenne il 13 febbraio seguente, un sabato pomeriggio. Anche in quel caso, a essere presi di mira furono due quattordicenni, ma questa volta nel parco Ducale e da una baby gang ancora più numerosa. I due reagirono, per cercare di recuperare un cellulare e 60 euro: uno di loro, preso a pugni e calci, rimediò un trauma cranico-facciale e toracico. Un baby-rapinatore 17enne venne subito arrestato dai carabinieri. Al ragazzo di Colorno si arrivò in seguito alle indagini. Durante l'arringa della sua avvocata Sarah Dell'Accantera, il giovane è scoppiato anche a piangere. Altre lacrime le ha versate sentendo di essere stato assolto dal collegio presieduto da Paola Artusi, dopo che l'accusa a suo carico aveva chiesto due anni e mezzo di reclusione.
rob.lon.
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