×
×
☰ MENU

Scomparso

Addio al violoncellista Giacomo Stocchi

Addio al violoncellista Stocchi

24 Ottobre 2023, 03:01

Tutta la sua vita è stata un susseguirsi di note del pentagramma e del suo animo sensibile e gentile.

Giacomo Stocchi, nota e stimata figura di musicista, è deceduto nei giorni scorsi all’età di 95 anni. Nativo di Sala Baganza, ultimo di sette fratelli tra i quali Anacleto, pure lui musicista (in arte «Bruno Clair») e cugino del famoso fisarmonicista Gigi Stok (nome d’arte poiché, per l’anagrafe, anche Luigi era Stocchi) Giacomo, si diplomò al nostro Conservatorio in tromba e violoncello anche se preferì, nella vita, esibirsi, prevalentemente, con quest’ultimo strumento.

Stocchi, comunque, la musica l’aveva nel dna tant'è che iniziò a strimpellare note fin da bambino.

Vista la sua grande passione, gli misero in mano un’armonica e lo mandarono a suonare nelle piazze, fra i banchi dei mercati della provincia con lo zio Aldo estroso cantastorie, menestrello della nostra pedemontana.

Una vita artistica ma anche avventurosa, quella di Stocchi, che girò il mondo con varie orchestre, tra cui quella da camera «San Pietro da Majella» di Napoli, un’ importante orchestra sinfonica milanese per poi approdare alla «Toscanini» chiamato dal primo violino Astorre Ferrari che lo stimava molto.

Tra i suoi compositori preferiti, oltre a Verdi, anche Bach, Mozart e Beethoven. Non solo violoncello e pianoforte; Giacomo suonò anche il contrabbasso, il flauto, la tromba e la fisarmonica.

Frequentatore del Regio, fin da giovane, dove incontrò Mariella che divenne l’inseparabile compagna della sua vita, finché la salute lo ha sorretto, non mancava mai di esercitarsi nella sua casa di via La Spezia più o meno quotidianamente. Uomo di spirito, battuta sempre pronta, possedeva un’estrosità non comune sorretta da una straordinaria vis artistica. Amava raccontare anche gli episodi più strani e singolari come, ad esempio, quello che ebbe protagonista lo zio cantastorie. «Negli anni Quaranta, in piena guerra- ricordava Giacomo - al termine di un’esibizione, mio zio fu condotto in caserma dai carabinieri. L’accusa? Aver cantato “Vincere” camminando all’indietro». Un inghippo che non turbò più di tanto lo zio di Giacomo che continuò a suonare nelle piazze fino a settant’anni.

Amava tantissimo Parma, Stocchi, che fu per molti anni socio della «Famija Pramzana» nei locali della quale (a quei tempi in via Duomo) effettuò un memorabile concerto.

Come ultimo atto della sua carriera, quasi a coronamento di una vita improntata alla musica, donò al «Museo Cantoni» di Coltaro il suo violoncello come segno di stima ed ammirazione nei confronti di quella straordinaria formazione di ottoni, fatta rivivere alla grande dal maestro Eugenio Martani, la quale propone brani che non sbaglieremmo nel definire la «colonna sonora » della nostra Bassa.

Lo.Sar.

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI