PARMA INFRASTRUTTURE
«A Parma Infrastrutture ho trovato una realtà motivata, professionale, tecnicamente attrezzata che riesce a svolgere al meglio una serie di compiti molto articolati e complessi». Da tre mesi Giorgio Pagliari è presidente del Cda (composto anche dalla dottoressa Anna Petruzziello e dall’ingegner Giorgio Avanzini) e ad della società partecipata più importante del Comune. Un incarico che il Sindaco gli ha affidato per la sua esperienza non solo professionale (avvocato e docente universitario) ma anche politico-amministrativa (consigliere comunale, assessore provinciale, senatore).
Parma infrastrutture, come ricorda Pagliari, è una realtà di servizio, che, «senza protagonismi esterni, svolge una vasta serie di compiti cruciali per conto dell’amministrazione municipale: dalle manutenzioni delle strade, delle scuole e di tantissimi altri edifici pubblici, compresi anche “pezzi da collezione” come la Camera di San Paolo alla concessione di immobili o spazi pubblici. E ancora, per non dire soprattutto, alla funzione di progettazione e direzione lavori delle opere pubbliche e a quella, delicatissima, di stazione appaltante. A quest’ultimo riguardo, è giusto che sottolinei che Parma Infrastrutture non ha contenzioso riguardante le gare di appalto. Mi si lasci dire, a tutto onore della struttura, che il dato si commenta da sé. E che la sua portata risulta ancora più evidente se si considera la quantità delle gare indette e delle risorse finanziarie immesse nel circuito economico, che dimostrano che Parma Infrastrutture, per conto del Comune, ha un’importanza tutto tranne che secondaria come volano economico».
La società, come spiega Pagliari, «è assolutamente inserita nell’organizzazione comunale: un vero e proprio braccio operativo, la cui attività ha ricadute dirette sulla vita dei cittadini e, di conseguenza, sull’immagine dell’Amministrazione. Questo spiega non solo la intensità dei rapporti tra apparato comunale a tutti i suoi livelli e personale di Parma Infrastrutture, ma anche la correlazione inevitabile tra la complessità e la mole delle funzioni comunali e quella dei compiti di Parma Infrastrutture».
Questo quadro evidenzia, quanto meno, due profili.
«Da un lato - prosegue quindi lo stesso Giorgio Pagliari - appare evidente l’importanza del rapporto tra il Comune e la Società, la cui efficacia non richiede solo la reciproca lealtà, ma anche il rispetto dei ruoli e la chiarezza degli indirizzi. Questi primi mesi mi inducono a ritenere che il meccanismo troverà ben presto un consolidamento positivo, potendo contare già ora su positivi rapporti personali. Dall’altro, sottolinea la rilevanza del tema, tutto interno alla società, della sua organizzazione, del suo organico e della gestione del personale. Parma Infrastrutture ha, a mio parere, necessità di un nuovo organigramma, che sia più aderente alla realtà effettiva e alle necessità di distinguere con chiarezza le funzioni e le responsabilità. Questo intervento comporta necessariamente anche una implementazione dell’organico, già oggi carente a causa di pensionamenti, di dimissioni e di aumento quali-quantitativo delle incombenze. Peraltro, tanto il reclutamento, quanto, soprattutto, la fidelizzazione del personale richiede una politica di valorizzazione del personale e delle retribuzioni, attenta, pur nel quadro della compatibilità di bilancio, alla congruità degli stipendi rispetto alla qualità e quantità delle prestazioni professionali, anche rispetto ai livelli indicati dal mercato».
«Il primo impatto? », ricorda Pagliari, «Due “grane”: la pavimentazione delle sedi viarie sotto la stazione ferroviaria e i lavori alla Don Milani. Ho cominciato attivandomi per la copertura di due buche! Rappresentavano la punta dell’iceberg di un problema più spinoso: lo stato rovinoso del manto stradale, che sarà realizzato nella primavera prossima dopo un primo intervento provvisorio di imminente effettuazione. In questo caso, ho impattato con la questione “burocratica”: il sedime è nella titolarità di Stu Stazione, mentre l’intervento verrà finanziato dal Comune. Un classico esempio di complicazione delle cose semplici. Il cantiere Don Milani ha rappresentato, invece, il battesimo con il mondo dell’appalto. È stato, certamente, non il migliore dei battesimi, ma, grazie all’impegno dei tecnici e mio personale, sia pure con ritardo, i lavori dovrebbero essere terminati entro questo stesso anno».
r.c.
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