L'appello
«Volavano bottiglie e con una grossa lama arrugginita si minacciavano». La «solita» rissa tra disperati, in quella che per molti è diventata «la città dei topi».
Sono le 10 di mattina, in viale Fratti il traffico è intenso nel giorno della visita ai propri cari al cimitero. Circa a metà della strada, c'è la Casa della Salute e a fianco una recinzione buttata a terra da chi entra ed esce dall'ex scalo merci. Nonostante il divieto d'accesso e l'allarme dato dai residenti per essere «un posto pericoloso» è facile per chiunque entrare tra quelle montagne di immondizia e puzza. Tra ratti che scorrazzano ovunque, l'ex scalo merci è la città di chi sopravvive alla peggio e dei balordi che rubano e trafficano nel centro storico.
«Alle 6 ci siamo svegliati tra le urla - spiegano i residenti -. Un'ennesima rissa tra stranieri: quattro persone sui 35-40 anni armate di tubi di ferro che si colpivano. La situazione non è più accettabile: è fuori controllo». Dopo quattro ore, le urla sono finite, ma il quadro è disgustoso. Sotto il tetto di uno dei capannoni dismessi, c'è qualcuno che dorme, completamente ricoperto da un tendone. A un passo, cumuli di vetri, plastica e rifiuti di ogni genere, dove i ratti vanno a nascondersi. E poi, biciclette in ogni angolo, altre coperte, panni e forse giacigli negli altri capannoni. Qua e là scarpe buttate e giacconi, sempre tra quell'odore insopportabile e sempre tra tante bottiglie di birra rotte, che «feriscono» tutto il piazzale di questo ex scalo merci, che tra sogni e progetti, è più che mai dimenticato: «Tutti i giorni assistiamo a delle scene incredibili - continuano i residenti -. Gente che gira con la droga in mano, altri che spacciano e litigano. Balordi che dopo vari furti sulle auto o scippi si rifugiano in quei capannoni e mollano borsette e portafogli. Ladri e disperati che usano questo ex scalo merci come nascondiglio. Anzi, pare quasi che ci vivano: fanno i bisogni tra le piante». E questa non è certamente la prima «foto» che la Gazzetta di Parma scatta a quest'area così «pesante» da sopportare. Che l'attraversi a occhi e naso chiusi: ma se è così pericolosa perché è facile entrare? «Prima di tutto bisogna chiuderla - continuano i residenti - tagliare la vegetazione e ripulirla dalle montagne di rifiuti: non è per niente igienico e salutare avere a pochi metri dalle proprie case una "città" così sporca e piena di tossici e malviventi: topi, feci, pentole, boscaglia pericolante, coltelli e tante siringhe. Nessuno si prende la responsabilità né di bonificare l'area né di creare qualcosa che eviti il degrado, a maggior ragione davanti agli uffici comunali e sotto un polo pediatrico».
Mara Varoli
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