L'isola pedonale
C’è chi è «assolutamente contrario», chi invece «si sta abituando» e, anzi, propone «un ampliamento dell’iniziativa». I P-Days, le pedonalizzazioni di una parte del centro durante i weekend, rimangono un dibattito aperto in città. Passeggiando tra le vie interessate (da circa metà via Mazzini, fino via XXII Luglio), si possono raccogliere diverse opinioni a riguardo.
Alcuni commercianti sono decisi: «Siamo contrari ai P-Days, perché scoraggiano le persone a venire in centro - afferma Serly Aling di Sugar Blues -. Anche perché, con l’avvicinarsi dell’inverno e l’abbassarsi delle temperature, non credo che ci sarà molta gente che verrà a piedi o in bicicletta». Pensa la stessa cosa Lisa Dazzi, una cittadina: «La pedonalizzazione del centro non mi convince come idea - riflette -, credo che sia necessaria più organizzazione, altrimenti i negozi rischiano di rimetterci». Ieri diverse, infatti, le attività che hanno deciso di tenere chiuso. «Trovo che la pedonalizzazione del centro sia una bellissima idea, peccato che ogni tre negozi chiusi solo uno sia aperto - commenta Luca Saccò, un cittadino -. L’idea dei P-Days è buona, ma mancano iniziative». È d’accordo anche Augusta Chirico: «Sono d’accordo con le pedonalizzazioni, ma sarebbero necessarie, in quei giorni, più iniziative» dice. Non mancano i consigli: «Magari si potrebbero organizzare spettacoli itineranti, alcuni mercatini - continua Augusta - o basterebbero più negozi aperti». Augusta vive a Langhirano, ma nel weekend torna a Parma insieme al marito Stefano Corradi, che aggiunge: «Se facciamo questa strada solo per fare una passeggiata in centro significa che ne vale la pena». E alla novità di questa seconda edizione dei P-Days, con il permesso agli autobus di attraversare il centro, un'esigenza che aveva raccolto la Gazzetta di Parma nella prima inchiesta tra cittadini e commercianti, Stefano risponde: «Penso che questa formula dei P-Days, che prevede anche il passaggio degli autobus, sia un buon compromesso, un modo per cercare di trovare un equilibrio tra maggiori servizi e una migliore viabilità». Tra le segnalazioni raccolte dal giornale, c’è anche quella riguardante il permesso per disabili, che durante i P-Days, per i non residenti, non valgono : «Non è giusto - commenta Rebecca Morini -. Bisogna rendere la città più accessibile e inclusiva e questo, a mio avviso, non è il modo giusto». Ma è proprio, «polemica dopo polemica», «dialogo dopo dialogo», che l’iniziativa «pare adattarsi alla città». A dirlo è Augusto Pizi, titolare del bar San Pietro: «All’inizio non è stato semplice, ma forse i cittadini si stanno abituando - osserva -. Servirebbe, però, più organizzazione». Per chi vive e lavora in centro, come Paolo Francesco Mangiarratti, «la differenza si percepisce poco - dice - non ho notato grandi cambiamenti». C’è poi chi ha trovato i P-Days «sempre un’ottima idea» fa sapere Vincenzo Faliero della pasticceria Cocconi. E che vorrebbe tornare alla «formula di partenza», senza il passaggio degli autobus. Per poter «mettere fuori i tavolini - conclude Vincenzo - e offrire alle persone un servizio in più, oltre che una città più vivibile e tranquilla».
Anna Pinazzi
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