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Processo

Bruciarono 13 veicoli, cinque anni di carcere a due piromani

Bruciarono 13 veicoli, cinque anni di carcere a due piromani

18 Novembre 2023, 03:01

La prima ad andare a fuoco fu una vecchia Fiat 600 all'esterno del Parma Retail. Era «colpevole» di essere parcheggiata nel posto sbagliato al momento sbagliato; per il resto, carica di chilometri quanto si vuole, faceva ancora il suo dovere nel cabotaggio quotidiano, come ben sapeva la proprietaria che avrebbe spento il rogo con le lacrime.

E invece, nemmeno dieci minuti dopo, mentre ancora lei piangeva e i vigili del fuoco lottavano con l'incendio, al 115 arrivava un altro allarme da via Casa Bianca. Qui, le fiamme erano state appiccate a un camper, per poi aggredire un carro attrezzi in sosta e l'auto che trasportava, mentre una bombola di gpl esplodeva sul camper durante l'intervento dei vigili del fuoco. Per puro miracolo non finì in tragedia, e comunque sarebbe potuto bastare così. Invece altri roghi, sempre dolosi, sarebbero divampati poco dopo.

Era il 24 aprile del 2021, giorno di auto ridotte a scheletri anneriti o danneggiate dal fuoco: se ne contarono tredici alla fine. Ora, per quella serata di follia al calor bianco due nomadi - uno di 35 anni, l'altro di 32 - già noti alla giustizia sono stati condannati dal giudice Giuseppe Saponiero a cinque anni di carcere. Una sentenza che va anche oltre le richieste del pm Lino Vicini: per la pubblica accusa, i due avrebbero dovuto trascorrere in cella tre anni e otto mesi. Siamo solo al giudizio di primo grado ed è quasi scontato che il caso finisca in appello, dopo che il giudice avrà depositato le motivazioni del proprio verdetto.

Inutile invece spiegarsi le motivazioni dei roghi: forse nemmeno i piromani le conoscono. Nel caso del camper si può azzardare che sia avvenuta una sorta di ripicca. Stando alle immagini di una telecamera di sicurezza, in un primo tempo qualcuno cercò di rubare il veicolo senza riuscire a metterlo in moto: il proprietario per precauzione aveva staccato i cavi della batteria. Così, venne dato fuoco al mezzo: il camper avvolto dalle fiamme da solo si spostò, incendiando il carro attrezzi e la Renault Captur sul suo cassone. Non solo: bruciarono anche parti della siepe di una casa e di tre alberi. Con l'esplosione della bombola di gpl, parti del camper volarono a decine di metri di distanza.

Pochi secondi prima che divampasse l'incendio, sul posto era stato notato un Doblò bianco (poi risultato intestato a un nomade «proprietario» di 150 veicoli) con tre persone a bordo: lo stesso furgoncino fu poi visto in piazzale Fedro, dove ad andare a fuoco fu un'Alfa Romeo. Verso le 21, poi, l'allarme scattò dal parcheggio di via Mantova, accanto al parco Falcone e Borsellino, dove a bruciare era un Ford Transit, una 500 e una Ssangyong, mentre a una Lancia Y erano state tagliate le quattro gomme. A una Fiat Tipo ne furono invece squarciate due, mentre una Bmw 525 venne incendiata, dopo che le era stato rotto il finestrino. Stessa sorte toccò a una Golf e a una Skoda Octavia in via Londra.

Una volante della Questura incrociò il Doblò che da via Venezia stava procedendo verso via Trento. La pattuglia invertì la marcia alla prima rotonda, ma intanto il furgoncino bianco era riuscito a sparire in tangenziale: uscì da strada Nuova Naviglio e abbatté le sbarre del passaggio a livello. Il suo transito fu poi registrato dalle telecamere di Sorbolo. Il Doblò proseguì la sua strada fino al campo nomadi dove alloggiavano almeno due dei presunti piromani (il terzo non è stato individuato). I due imputati vennero riconosciuti dai testimoni e grazie al tracciamento dei telefoni. Uno giurò di non essersi mosso dal campo quel giorno. «Festeggiavo il compleanno di mia nipote». Forse si stava allenando: sembra infatti che la bambina compia gli anni due mesi dopo.

Roberto Longoni

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