×
×
☰ MENU

SANITA'

Ticket non pagati, in cinque anni un «conto» da oltre 3,6 milioni

Ticket non pagati, in cinque anni un «conto» da oltre 3,6 milioni

di Monica Tiezzi

04 Dicembre 2023, 03:01

Negli ultimi cinque anni gli utenti del servizio sanitario pubblico della nostra provincia hanno «dimenticato» di pagare ticket per oltre tre milioni e mezzo: per l'esattezza tre milioni e quasi 631 mila euro.

Un conto «importante» (anche se minore di quello di altre province dell'Emilia Romagna) che comprende prestazioni erogate a Parma e provincia sia dall'Azienda Usl (circa il 60% del totale delle prestazioni) che dall'Azienda ospedaliera universitaria (il restante 40%).

Va peggio in altre province. Se - restando ai dati delle sole Ausl - nel 2022 Parma risultava creditrice di poco più di 338 mila euro, la Romagna veleggiava sugli oltre 4 milioni e mezzo di crediti, Ferrara su oltre un milione e 400 mila e Modena su quasi 850 mila euro.

La questione è stata sollevata nei giorni scorsi - proprio per la situazione della Romagna - dalla consigliera di Fratelli d'Italia Marta Evangelisti, che ha chiesto in un'interrogazione cosa sta facendo la Regione per recuperare le somme non pagate. Sempre da Fratelli d'Italia è intervenuto con toni duri il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri puntando il dito sulla situazione di Piacenza (quasi 554 mila euro da recuperare nel 2022). E provocando un'altrettanto dura risposta dell'assessore regionale alla sanità Raffaele Donini che, dopo aver ricordato i quattro passaggi per il recupero delle cifre chiede polemicamente se «Tagliaferri conosce qualche modalità al di fuori della legge per provare a ridurre il mancato introito».

Ma quanti sono i «portoghesi» di casa nostra? La percentuale dei ticket non pagati ad Ausl e ospedale Maggiore varia dal 7,7% del 2018 (l'anno più «moroso» del quinquennio) al 4,6% del 2019, al 6,4% del 2022. «La media dell'ultimo quinquennio è del 6% circa - fa notare il direttore amministrativo dell'Azienda ospedaliera universitaria Antonio Ventura - L'87% degli utenti paga il ticket nei termini previsti. La metà del rimanente 13% risponde con sollecitudine al primo avviso “bonario” di pagamento».

Quattro, ricorda il subcommissario e direttore amministrativo Ausl Stefano Carlini, i passaggi per il recupero crediti: «La procedura richiede tempi fissati da regolamenti regionali ad aziendali. Dal momento della prestazione si danno sei mesi di tempo per il pagamento, trascorsi i quali parte, nel giro di 6-12 mesi, un avviso bonario. Se nulla accade, viene inviato un sollecito con diffida e la costituzione in mora. Ultimo passaggio è la riscossione coattiva tramite l'Agenzia delle Entrate: si chiedono il ticket, gli interessi di mora e le spese per la pratica».

Ovviamente, fanno notare i due direttori amministrativi, se il cittadino ha già pagato il ticket - perché l'errore è sempre in agguato - può contestare il sollecito esibendo la ricevuta del ticket.

L'iter è, oltre che complesso, lungo e può durare, dice Carlini, anche due anni. «Per questo il dato dei ticket non pagati è dinamico, cambia in base ai recuperi che avvengono di anno in anno - dice Ventura - Negli ultimi dieci anni abbiamo notato una stabilità nelle percentuali dei crediti». E se gli anni più recenti presentano percentuali più alte di mancate riscossioni, spiega Carlini, è perché la procedura non è ancora conclusa. Inoltre Carlini spiega che nel 2021 è stata attivata una task force per recuperare crediti le cui procedure si erano fermate nel periodo Covid.

Un ruolo significativo nel contenere le somme non riscosse sembra averlo giocato - concordano sia Carlini che Ventura - l'introduzione nel 2019 di forme di pagamento più agili rispetto delle macchinette riscuotitrici: Pagopa, bancomat, ricevitoria lotto, poste, bonifici bancari. «Ci sono meno lamentele, il flusso di pagamenti è più solido, il sistema è più flessibile, c'è la possibilità di tracciamento», dice Carlini.

Il problema semmai è un altro: la parcellizzazione degli importi delle prestazioni, tutte mediamente di 40 euro. «Dal 2018 al 2022, solo per le prestazioni Ausl, abbiamo inviato 32 mila solleciti, fra lettere bonarie e ingiunzioni con raccomandata. A volte la procedura è più costosa delle somme recuperate», dice Carlini.

Monica Tiezzi

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI