Altroconsumo
Ma quanto pesa la bolletta dell'acqua? A Parma molto più di altre città italiane.
L’inflazione, si sa, non risparmia i beni essenziali, e l’acqua non fa certo eccezione. L'inchiesta di «Altroconsumo» fotografa aumenti medi che rasentano la doppia cifra - per la precisione 9,5% - in due anni (da dicembre 2021 a oggi), relativi ai consumi idrici di una famiglia di tre persone, 182 metri cubi l’anno, vale a dire 166 litri al giorno a testa (dato Istat).
La stessa famiglia di tre persone in Italia spende in media 466 euro all'anno. «Altroconsumo» ha guardato quanto si spende in 85 città italiane. E Parma è 66esima, con una spesa annua di 558 euro, per cui quasi cento euro in più della media. Meglio Modena, 398 euro, Piacenza con 486 e Reggio Emilia con 490. Piccole città di provincia molto distanti da Milano, dove si spende solo 163 euro. Ma anche Bologna si difende: 333 euro. La nostra città rientra infatti nella fascia da 500 a 700 euro all'anno insieme a Genova, Massa, Forli e Agrigento, ad esempio. E se Milano è quella più economica, la città dove invece si spende di più è Siena, che è 85esima: la spesa annua è di 810 euro. Del resto, la Toscana ha ormai consolidato la fama di regione con l’acqua più costosa.
Nella scorsa edizione di questa stessa indagine gli incrementi erano stati in media del 9,7% ma si riferivano ai quattro anni precedenti, non a due, come stavolta: quindi risultavano ben più contenuti.
Va detto che le tariffe dell’acqua non zampillano tutte allo stesso modo. L’unico capoluogo in cui la bolletta del servizio idrico non ha subìto alcun incremento nell’ultimo biennio è Catanzaro. Molto limitato, solo dell’1%, è stato l’aumento registrato a Bari, ma in tutta la Puglia e in Sardegna si applica una tariffa idrica unica a livello regionale. Sul versante opposto troviamo la provincia autonoma di Bolzano, dove la tariffa esplode addirittura del 35,4%.
Il riferimento alla famiglia di tre persone è dato dalla composizione che la normativa considera lo standard di riferimento. Infatti, quando il gestore del servizio idrico non sa quanti sono i componenti che formano il nucleo familiare allacciato al contatore applica la tariffa tarata per la famiglia di tre persone. Questo perché i vantaggi sono riservati alle famiglie più numerose, che infatti beneficiano della tariffa agevolata per un numero di metri cubi d’acqua maggiore. Merito dell’introduzione del sistema di calcolo pro capite, che prevede che i consumi siano rapportati al numero di persone che vivono nell’abitazione, secondo scaglioni più generosi al crescere del numero dei componenti il nucleo familiare, ma che contempla anche soglie oltre le quali la tariffa aumenta, in modo da evitare che i vantaggi si trasformino in un lasciapassare per gli sprechi.
Prima dell’avvento della tariffa pro capite tutte le famiglie erano trattate allo stesso modo e i nuclei più numerosi finivano per pagare bollette insostenibili. Pertanto, se in casa siete più di tre, è molto importante comunicare al gestore il numero effettivo di persone, per potere accedere ai vantaggi.
Resta poi praticamente inalterato l’annoso problema delle falle degli acquedotti: si perde in media il 42% dell’acqua immessa in rete. Le criticità sono in particolare al Sud, dove le perdite d’acqua sono tra il 45 e il 54%. Basilicata e Sardegna segnano il record negativo (55%). La Valle d’Aosta è la più virtuosa (22%).
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