martedì
Martedì alle 11,30 al terzo piano del padiglione Barbieri, nel reparto di Medicina del sonno dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, si svolgerà la cerimonia di intitolazione del Centro di Medicina del sonno universitario al professor Mario Giovanni (Nanni) Terzano. Verrà esposta una targa in ricordo del maestro geniale e ricercatore fecondo che ha lasciato un’impronta profonda e prestigiosa nella cultura neurofisiologica italiana e internazionale. Interverranno il magnifico rettore Paolo Martelli, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Massimo Fabi, il direttore del Centro di Medicina del Sonno Marcello Maggio, il presidente dell’Associazione italiana di medicina del sonno Francesco Fanfulla, il presidente della Società italiana di neurologia Alessandro Padovani, il figlio di Nanni, Michele Terzano, oltre ad autorità, colleghi ed amici. Questo il ricordo del professor Liborio Parrino, collega e amico, del professor Terzano.
Professor Liborio Parrino
Direttore UOC Neurologia Responsabile SSD Medicina del sonno Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma
Il 9 gennaio 2024, Nanni avrebbe compiuto 80 anni e anche per questo abbiamo scelto questa data per la cerimonia di intitolazione. Nominato professore ordinario di Neurologia nel 1997, Nanni Terzano si laurea all’Università di Parma dove segue lo psichiatra Franco Basaglia, innovatore nel campo della salute mentale. Affascinato comunque dalle neuroscienze, decide in seguito di transitare dalla psichiatria alla neurologia focalizzando i propri interessi sulla epilettologia e sulla elettroencefalografia clinica. Trascorre a Marsiglia un intenso periodo di perfezionamento dove impara il mestiere di neurofisiologo e neuropsichiatra infantile sotto la guida di giganti illustri come Henri Gastaut e Carlo Alberto Tassinari.
La sua personalità curiosa e anticonvenzionale gli consente di arricchire le nozioni acquisite con un tocco di originale contaminazione tra discipline cliniche e umanistiche. Indagando l’evoluzione del coma e delle malattie neurodegenerative da prioni, nota che i microrisvegli nel cervello malato si organizzano in sequenze periodiche e che la loro presenza si associa alla modulazione delle funzioni vitali (cuore, respiro, pressione arteriosa). Ed ecco la geniale intuizione di Nanni: se questa attività periodica dei microrisvegli, nota come CAP (cyclic alternating pattern), è riconoscibile nel coma (patologia), allora andiamo a verificare se è presente anche nel cervello che dorme (normalità). Nel 1985, Terzano e collaboratori pubblicano il primo lavoro a livello mondiale descrivendo il CAP come una componente fondamentale e fisiologica del sonno umano. Da allora, il Centro di Medicina del sonno di Parma è diventato un punto di attrazione per studiosi italiani e stranieri che negli anni hanno frequentato il laboratorio per apprendere le tecniche di analisi e interpretazione del CAP nella fisiologia e nei disturbi del sonno.
Nella lettera inviata per l’occasione dal presidente della World Sleep Society, Raffaele Ferri scrive: «È con grande piacere che ho appreso di questa decisione importante, che riflette il vostro impegno nel rendere omaggio agli eccezionali contributi di un luminare nel campo della Medicina del Sonno. Terzano ha dedicato la sua vita a far progredire la nostra comprensione dei disturbi del sonno e ha lavorato instancabilmente per migliorare la vita di coloro che ne sono affetti. In riconoscimento dell'immensa influenza del professor Terzano, apprezzo profondamente la denominazione del Centro di Medicina del sonno dell'Università di Parma a lui dedicato. Questa prestigiosa istituzione, nota per il suo impegno di eccellenza nella ricerca del sonno e nella cura dei pazienti, porterà ora il nome di un leader visionario che ha svolto un ruolo cruciale nella formazione di tanti clinici e ricercatori. Dando il nome al Centro del sonno di Parma in suo onore, non solo rendiamo omaggio al lascito di Terzano, ma ci assicuriamo anche che le future generazioni di professionisti del sonno siano ispirate dal suo lavoro esemplare».
Ci uniamo alle parole del presidente della Società Mondiale del sonno per rivolgere un grazie sincero al magnifico rettore dell’Ateneo, al direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e a tutti coloro che hanno reso possibile questo traguardo, accettando di condividere un evento di grande significato affettivo e simbolico.
La targa che dedichiamo a Nanni non è solo un gesto celebrativo o nostalgico. Se non vogliamo vivere in un eterno presente, dobbiamo saper valorizzare il passato (e i giganti che lo hanno abitato) e preparare le basi per un futuro che continui la tradizione di eccellenza e apra nuove strade e percorsi di ricerca. I giovani medici, tecnici, psicologi, laureandi, specializzandi e dottorandi che lavorano al Centro di Medicina del sonno di Parma, dovranno confrontarsi ogni giorno con la responsabilità storica e culturale che questa targa esprime ed esige. Il centro dovrà restare un luogo stimolante e accogliente, una scuola permanente di idee e progetti innovativi, un laboratorio artigianale dove insegnare il mestiere alle nuove generazioni, senza mai diventare una comfort-zone che ripete stancamente riti assistenziali e speculazioni scontate.
Anche se oggi il CAP rappresenta un concetto solido e condiviso nella medicina del sonno, ricordo che ci sono voluti anni di tenace e a volte frustrante resistenza per la sua completa affermazione. Per molti colleghi, la microstruttura del sonno non esisteva o era semplicemente irrilevante e tanti e calorosi furono gli inviti ad abbondare la ricerca in quella direzione. Ma, come dico sempre ai miei studenti, se avete un sogno e se ci credete davvero, non abbiate paura. Armatevi di umiltà e sapienza e portate avanti la vostra convinzione. Se davvero avete in mano qualcosa di sostanzioso, se le vostre intuizioni sono valide e coerenti, non esitate: il Tempo è sempre galantuomo.
Ora che dirigo la Clinica Neurologica sento che davvero la Storia ti restituisce quello che hai saputo coltivare. Ho conosciuto Nanni per la prima volta nel 1981. Notai subito un uomo dal carattere duro ed esigente, ma per me è sempre stato motivo di orgoglio essere indicato come suo allievo. Nei 35 anni in cui abbiamo lavorato fianco a fianco non sono certo mancate occasioni di disaccordo e di forte scontro. Ma grazie a una dialettica incalzante e sincera è maturata una stima reciproca che ha consentito a due personalità tanto diverse di generare un’intesa leale e feconda.
Sulla targa dedicata a Nanni Terzano, spiccano due sostantivi: maestro e ricercatore. Si definisce maestro chi conosce una disciplina così bene da poterla insegnare agli altri, ma anche chi eccelle in un’arte, una scienza, così da poter essere considerato una guida, un caposcuola.
Ricercare viene dalla radice latina circum > attorno. Cercare o ricercare qualcosa significa letteralmente delimitare con un cerchio, circoscrivere uno spazio, un ambito entro cui far confluire e canalizzare lo sforzo, in modo da evitarne la dispersione e ottenere più efficacemente il risultato prefisso.
Oltre al rigore metodologico, Nanni mi ha insegnato che il vero scienziato è un ribelle, che deve conoscere benissimo la propria disciplina di competenza, ma che non si adagia mai su paradigmi comodi e obsoleti: il vero studioso va sempre oltre, cercando nuove prospettive e nuove sfide di indagine e conoscenza. Tra le frasi che amava ripetere, ne ricordo una da autentico neurofisiologo spavaldo e visionario: datemi un elettrodo e vi solleverò il mondo.
Se vogliamo davvero onorare la memoria del professor Terzano e la prestigiosa tradizione della Scuola di Medicina del sonno di Parma, dobbiamo valorizzare la traiettoria scientifica e culturale che ci ha indicato in una prospettiva di contaminazione aperta, coraggiosa e trasversale: solo così potremo proseguire con successo l’appassionante esplorazione del cervello che dorme e continuare a stupirci ogni giorno dei suoi seducenti misteri.
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata