L'INTERVISTA
Aiutare le famiglie è il fine e l'imperativo dell'assessorato ai Servizi educativi. L'assessore Caterina Bonetti sta lavorando a una serie di progetti per ridurre le liste d'attesa dei nidi e delle materne, garantendo le migliori tariffe possibili. Un primo importante passo è la convenzione siglata con le scuole d'infanzia paritarie.
La convenzione con le materne paritarie ridurrà le liste d'attesa?
«Le convenzioni che proponiamo alle scuole d'infanzia paritarie cittadine, hanno l'obiettivo di ampliare l'offerta formativa per la fascia 3-6 anni e di creare un maggior coordinamento progettuale tra le realtà pubbliche e paritarie (le materne paritarie presenti in città garantiscono circa 1.100 posti divisi in oltre 50 sezioni), anche per lo sviluppo del sistema 0-6. Siamo partiti dalla consapevolezza di un problema e ci siamo dati un obiettivo: cercare di garantire alle famiglie di Parma un maggior numero di posti disponibili nelle scuole d'infanzia, con condizioni tariffarie che tenessero conto della complessa situazione economica che stiamo vivendo».
Perché è servito tanto tempo per arrivare alla firma della convenzione?
«Il tempo impiegato per elaborare la convenzione è stato necessario per concordare le condizioni migliori per l'utenza e linee di indirizzo più efficaci per strutturare il rapporto tra pubblico e privato».
Secondo le opposizioni non vi sareste mossi per tempo per motivi ideologici...
«Preciso che venivamo da un periodo di non dialogo con il mondo delle paritarie e questo ha richiesto tempo per poter riallacciare i rapporti. L'obiettivo però è sempre stato chiaro a tutti: risolvere un problema molto sentito dalle famiglie di Parma in modo concreto e non ideologico. Consapevoli di questo, abbiamo cercato di trovare le migliori soluzioni possibili, garantendo le tariffe migliori con la massima qualità del servizio. Il processo è stato complesso perché, nel momento in cui convenzioniamo qualcuno, dobbiamo avere certezze non solo sulla qualità del servizio ma anche sul percorso progettuale di cui, come pubblico, mi faccio garante coi cittadini».
Come funziona la convenzione?
«La convenzione prevede precise agevolazioni tariffarie per le famiglie. Non è infatti possibile applicare una tariffa superiore al venti per cento rispetto a quella massima prevista dal Comune (300 euro). Abbiamo previsto un tariffa concordata (pari a 110 euro) per le famiglie con un Isee inferiore a 7.500 euro per facilitare a tutti l’accesso alle scuole paritarie. Il Comune si impegna poi a coprire le spese per la parziale copertura dell’insegnante di sostegno in caso di bambini disabili e chiede alle scuole di contribuire ad ampliare l’offerta estiva con centri estivi nei mesi di luglio e agosto. Il bando per iscriversi alle strutture comunali o di ParmaInfanzia uscirà a fine mese. Le famiglie potranno percorrere più strade: iscriversi direttamente a una delle scuole paritarie convenzionate oppure partecipare al bando. Sarà comunque possibile iscriversi alle paritarie anche dopo aver partecipato al bando comunale».
Anche per i nidi ci sono lunghe liste d'attesa. Come pensate di ridurle?
«Sui nidi sono in corso delle riflessioni, nella consapevolezza che a differenza delle materne, non sono considerate scuole e quindi anche strutturare delle convenzioni risulta più complicato».
Nei nidi un punto delicato sono le rette. Cosa si può fare per abbassarle?
«Un posto al nido costa molto di più rispetto alla materna sia nel pubblico che nel privato. Lo Stato aveva annunciato il nido gratis dal secondo figlio, ma il progetto al momento è tramontato. Gli unici provvedimenti in questa direzione sembra riguardino solo le famiglie numerose, dal terzo figlio in avanti, ma al momento non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione. Per abbassare le rette servono interventi strutturali. C'è già un aiuto importante da parte della Regione ed esistono degli stanziamenti Inps per le famiglie, ma la grande sfida è garantire un prezzo accessibile a tutti. Una sfida che non può essere vinta con le sole forze del Comune».
I posti disponibili aumenteranno?
«Grazie ai fondi del Pnrr stiamo realizzando due nuovi nidi nei quartieri Eurosia e Parma Mia, per un totale di 160 posti. Vorrei inoltre attivare un dialogo con le aziende per dar vita a ragionamenti organici. Molte realtà infatti quando non prevedono la realizzazione di un nido aziendale, garantiscono un contributo significativo per la retta. Dialogando con queste realtà si possono aprire nuovi orizzonti».
Quali altri progetti stati portando avanti per l'infanzia?
«Per quanto riguarda nidi e scuole d'infanzia stiamo portando avanti progetti specifici legati alla lettura. Abbiamo dato vita biblioteche interne in ogni nido e materna, stringendo relazioni con le biblioteche comunali e una collaborazione con l'Ausl: tutte le strutture si iscriveranno al Patto per la lettura. Abbiamo inoltre un progetto con Fondazione Cariparma, «A scuola nei musei», per far scoprire i tesori culturali della città ai più piccoli. A questi si aggiungono progetti outdoor e col Regio per l'avvicinamento all'Opera».
Cosa state facendo sull'inclusione e sulla dispersione scolastica?
«Stiamo lavorando per garantire a tutti un sostegno educativo, ma il servizio andrà ripensato. Dal periodo pre Covid ad oggi c'è stato un aumento del 50 per cento delle certificazioni 104 e ci stiamo interrogando su come far fronte a questa crescita vertiginosa. Alcune scuole stanno inoltre lavorando sulla comunicazione aumentata, ossia per immagini, prevedendo percorsi di inclusione che coinvolgono tutta la classe. Quanto all'orientamento e alla dispersione, abbiamo inaugurato lo sportello Led a cavallo dell'estate. Ora lo sportello lavora a pieno regime, offrendo consulenze puntuali di psicologi e operatori, per prevenire e rispondere alle situazioni di disagio. Grande il lavoro svolto con Forma Futuro, per evitare che i giovani in difficoltà nel percorso scolastico vadano dispersi e non trovino qualifiche. Tengo molto anche al tema delle pari opportunità, alla diversità di genere e all'importanza di educare al rispetto delle differenze».
Ci saranno accorpamenti di scuole?
«Prima delle festività natalizie c'è stato un ampio dibattito sul dimensionamento scolastico sul territorio. Non si può pensare alla scuola basandosi soltanto sui numeri e sul risparmio di risorse. Le scuole di montagna sono fondamentali anche se hanno pochi alunni e in città non si può pensare di accorpare istituti all'infinito. Sul nostro territorio, grazie al Milleproroghe, non dovrebbero esserci impatti di taglio, servirebbe però un occhio più attento. A volte si ha la sensazione che vengano prese decisioni fuori dal tempo, tarate sul mondo scolastico di almeno vent'anni fa».
Luca Molinari
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