Direttore d'orchestra
Nuovi traguardi per Matteo Pagliari, direttore d’orchestra parmigiano residente a Lima, che grazie al lavoro svolto nei tanti anni di residenza in Perù ha meritato il premio all’eccellenza italiana del Com.it.es (Comitato italiani all’estero). Tra le altre importanti prospettive, quella di tornare a Salisburgo per tenere una seconda masterclass di direzione d’orchestra al Mozarteum (dopo la prima tenuta lo scorso febbraio) e il debutto come direttore d’orchestra in un concerto pop, al fianco di Ricky Martin…
Il premio ricevuto da Com.it.es è stato attribuito «per i brillanti risultati ottenuti nel campo culturale, esaltando la presenza italiana in Perù». Quali le iniziative salienti in questi anni?
«Grazie anche a un’intensa collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, sono stati realizzati grandi progetti: il Triplo Concerto di Beethoven con il Trio di Parma, il Concerto n. 3 di Beethoven con Filippo Gamba, la “Piccola Storia della Musica Italiana” in dodici puntate che ho realizzato per Radio Filarmonia durante il lockdown... Inoltre, ho sempre lavorato anche con altre importanti istituzioni, ho diretto opere e concerti e ho insegnato alla Universidad Nacional de Musica. Il “Faust” di Gounod che ho diretto nel 2017 ha vinto il Premio Luces, un prestigioso riconoscimento di una importante rivista culturale peruviana. E poi “Turandot”, “Il barbiere di Siviglia”, “Il flauto magico”… La premiazione è stata presentata dall’Ambasciatore: del settore culturale siamo stati premiati solo in due, un grande onore davvero».
Come è percepita la cultura italiana dai peruviani?
«Ci sono legami antichissimi tra Italia e Perù (si pensi che la versione ufficiale dell’Inno Nazionale è di Claudio Rebagliati, un compositore italiano nato a Noli nel 1843) e la comunità italiana è molto radicata. Ho sempre percepito un grande rispetto verso tutto ciò che proviene dal “vecchio continente” e in particolare dall’Italia».
Recentemente ha ripreso una masterclass annuale di direzione d’orchestra nel Conservatorio di Lima che si era interrotta a causa del covid…
«Apparentemente tutto è tornato alla normalità, anche se purtroppo il settore culturale ha sofferto un taglio drastico ai fondi destinati, con le conseguenze che è facile immaginare. In questa situazione la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura può fare la differenza. Negli anni passati è stato partner attivo nell’agenda musicale di Lima e non solo. Mi auguro che presto si ristabiliscano le collaborazioni avviate con tanto lavoro dalle precedenti gestioni con le più importanti istituzioni musicali locali: l’attuale amministrazione ha per il momento altre priorità…».
In aprile tornerà al Mozarteum di Salisburgo: quale il programma che intende proporre?
«Sarà una masterclass interamente dedicata all’opera italiana. Ho scelto “Cenerentola”, “Il trovatore” e “La bohème”, per lavorare con gli allievi della scuola di direzione d’orchestra. Il Mozarteum è un’accademia di rilievo internazionale, ed essere invitato nella città di Mozart e di Karajan non è niente male. Mi piacerebbe essere invitato anche a Parma e, più in generale, in Italia; d’altra parte, non ho mai fatto parte di certi meccanismi, ben noti a tutti…».
Altri progetti in cantiere?
«Ne dirò uno: per la prima volta nella mia vita dirigerò un concerto pop. Ricky Martin viene a Lima con “Ricky Martin Sinfonico”, uno spettacolo col quale sta facendo un tour mondiale, e io dirigerò l’orchestra che lo accompagnerà sul palco dell’Estadio Nacional, il prossimo 19 gennaio. Sessanta musicisti, scelti uno a uno. È una bellissima maniera di iniziare il nuovo anno».
Lucia Brighenti
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