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Il caso

«Io, sola alle prese con la vicina stalker». Acer: da noi fatto il possibile

«Io, sola alle prese con la vicina stalker». Acer: da noi fatto il possibile

12 Gennaio 2024, 03:01

La sua vicina persecutrice martedì in tribunale ha patteggiato un anno e mezzo di lavori di pubblica utilità, ma lei, la parte offesa, alla voce della legge vuole aggiungere la propria, con una lettera alla Gazzetta, nella quale tira in ballo anche l'Acer. E l'Acer risponde, sottolineando che le soluzioni ai problemi non sono semplici come può sembrare.

«Sono stata costretta a lasciare il mio appartamento per circa due anni nonostante pago un mutuo con grandi sacrifici - scrive la vittima della stalker 43enne -. Fin dai primi segnali di instabilità, prepotenza e minacce, ho segnalato i fatti all’amministratore di Acer chiedendo di intervenire, ma da parte loro non ricevevo nessuna risposta. Successivamente ho continuato a inviare decine di Pec al presidente, ho anche avuto un colloquio in presenza con la vice presidente Acer, fino a che mi hanno inviato una raccomandata dove dicevano che loro non potevano intervenire in nessun modo, esonerandosi così da ogni responsabilità di danni, a cose e persone da parte dell’inquilina in oggetto».

«Mi sono dovuta quindi rivolgere più volte alle forze dell’ordine, ed infine ad un avvocato e sostenere delle spese legali esose, a causa di un problema che poteva essere marginato già all’origine. In tutta questa bruttissima vicenda, non sono stata tutelata in nessun modo dall’ente, e posso ringraziare di aver avuto un compagno che mi ha potuta ospitare in questi due anni, altrimenti non avrei saputo dove andare. Oggi l’appartamento dove viveva questa persona è momentaneamente sfitto, ma ho il terrore di chi ci metteranno in futuro. Acer - conclude la signora - dovrebbe controllare più minuziosamente gli inquilini a cui dà un alloggio e dal momento che io ho acquistato, non possono permettersi di ledere la mia serenità mettendoci persone così problematiche».

«Capisco il disagio della signora. Ma controllare a priori chi ha il diritto di vedersi assegnato un alloggio? Noi non siamo sceriffi né possiamo fare i processi alle intenzioni» sottolinea Italo Tomaselli. Il direttore innanzitutto ricorda come siano le graduatorie non fatte da Acer a stabilire l'assegnazione degli alloggi. Poi, entra nel caso specifico. «È dal primo novembre 2022 che abbiamo trovato un altro alloggio alla nostra inquilina - racconta Tomaselli -. Saputo del decreto di allontanamento, in un paio di mesi abbiamo trasferito la nostra inquilina. La signora, avendo come controparte una proprietà pubblica, è stata ancora più tutelata. Ma serviva un fatto oggettivo, e il provvedimento del giudice lo è stato, mentre la denuncia non lo è».

Inoltre, Acer nega di essersi disinteressata della vicenda prima del novembre del 2022. «Quando la signora si è rivolta a noi, abbiamo convocato l'inquilina, proponendole di cambiare casa. Ma non potevamo imporglielo. Così come non possiamo intervenire nelle tante, troppe querelle condominiali. Purtroppo, la gente litiga. Sempre più e sempre più per niente».

r.c.

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