Allarme
Non un momentaneo blackout mentale, ma un imperdonabile vizio. L'automobilista-pistolero è un habitué della minaccia stradale che scorrazza in largo e in lungo per la città. Pubblicata dalla «Gazzetta» di ieri la denuncia del sessantenne che ha subito un incontro ravvicinato con lo sconosciuto Billy the Kid a quattro ruote sulla tangenziale Sud, si è scoperto che mercoledì mattina un altro automobilista ha a sua volta subito un'intimidazione «a mano armata» tra la tangenziale Nord e via Emilio Lepido. Protagonista ancora una volta una Mini scura. O meglio, l'uomo che la guida: moro, barbetta curata, 35 anni al massimo. Veloce (e scorretto) al volante, è altrettanto svelto a mostrare una pistola: di calibro piccolo, ma comunque sufficiente a gelare il sangue di colui al quale viene sventolata a distanza ravvicinata. Potrebbe essere una scacciacani, ma in quei frangenti nessuno finora è riuscito a scorgere l'eventuale tappo rosso sulla canna.
Nell'itinerario della follia, la «tappa» descritta oggi anticipa di qualche minuto quella narrata sul giornale di ieri. «Erano le 9,50, quindi all'incirca dieci minuti prima dell'episodio denunciato dall'altro lettore - racconta un'automobilista che da mercoledì mattina sottolinea di “guardarsi intorno per strada” -: appena mi sono immesso nella rotonda alla fine della tangenziale Nord, una Mini scura, marrone mi sembra, proveniente da via Emilio Lepido non ha rispettato la precedenza tagliandomi la strada». Sul momento, l'automobilista costretto a subire l'aggressività altrui si è limitato a pigiare il pedale del freno e della pazienza. Ma quando l'altro, uscendo dalla rotonda sulla via Emilia, è tornato a tagliargli la strada, ha premuto il clacson. Un suono che per il conducente della Mini deve evocare il segnale della carica. «A questo punto, quel tizio mi ha inchiodato davanti e ha cominciato a gesticolare. E io - prosegue l'automobilista - mi sono affiancato per dirgli a mia volta delle ragioni balorde». Sarebbe potuto bastare così: e invece il peggio doveva ancora venire.
Poco dopo, con un'accelerata rabbiosa, lo sconosciuto della Mini ha affiancato l'automobilista. «È a questo punto, mentre eravamo sul tratto di strada a due corsie che collega la rotonda sulla tangenziale Nord con quella della tangenziale Sud, che ha tirato fuori una pistola di piccolo calibro, tipo una semiautomatica 7.65. Non me l'ha puntata contro: sapeva che mostrarla era già più che sufficiente... Intanto, mi gridava di fermarmi: i finestrini erano chiusi, ma il labiale era evidente. Fermarmi, con uno inferocito che mi sventola una pistola a un paio di metri di distanza? Be', non mi sembrava proprio il caso». Anzi, era il momento di usare la calma e il cervello del quale l'altro sembrava sprovvisto. «Poi, a freddo - dice il lettore - mi sono anche ritrovato a pensare al margine di imponderabilità di certe situazioni. E se, temendo per la mia vita, d'istinto avessi reagito speronandolo? Sarebbe finito sulle corsie opposte, davanti all'ex Salamini: la lite poteva davvero trasformarsi in tragedia».
Visto che l'altro non si fermava, è stato il pistolero a provare a imporre l'alt. «Mi si è piazzato davanti, zigzagando e inchiodando per costringermi ad accostare». E invece l'automobilista ha reagito con una perentoria accelerata, facendo valere la maggiore potenza del proprio motore (uno dei rari casi in cui la velocità non è inversamente proporzionale alla prudenza). «Lui ha cercato di starmi dietro: lo vedevo ancora gridare e gesticolare nello specchietto retrovisore, ma non è più riuscito a raggiungermi, mentre io ero troppo lontano per leggergli la targa. L'ho tenuto d'occhio, fino a che non gli ho visto imboccare la tangenziale Sud».
Qui, pochi minuti dopo, sarebbe stato un altro automobilista, «reo» di aver suonato il clacson dopo aver subito un sorpasso sulla destra con relativo spericolato rientro sulla corsia veloce, a vedersi sfoderare la pistola sotto gli occhi. Quasi di certo - a meno che non sia in atto un'epidemia - il guidatore a mano armata era lo stesso dell'episodio precedente. Allo svincolo di via Chiavari, la Mini è sparita con quella semiautomatica di troppo. Quanti altri automobilisti l'avranno vista spuntare al primo colpo di clacson?
Roberto Longoni
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