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Alex Sambucci, addio amarissimo al Parma baseball

Alex Sambucci, addio amarissimo al Parma baseball

16 Gennaio 2024, 03:01

Il veleno nella coda. La conclusione del rapporto tra Alex Sambucci e il Parma baseball è destinato a fare rumore, soprattutto a causa delle modalità con le quali è avvenuta.

«Quella del 2023 è stata una stagione da dimenticare - spiega Sambucci -. Con il recupero di Mineo la squadra era probabilmente più forte di quella che l’anno precedente aveva vinto la Coppa dei Campioni e che aveva perso lo scudetto solo agli extrainning della settima partita. Però ci sono stati alcuni problemi interni. Non siamo riusciti ad amalgamare il gruppo, c’è stata una mancanza di polso da parte della società e dello staff tecnico. La colpa è stata fatta ricadere su di me e Roberto Bianchi. E’ vero che ho fatto un po’ di polemica, che mi sono chiuso in me stesso, ma non posso essere il capro espiatorio. Ho chiesto sincerità. Ho sempre creduto che i problemi si risolvessero parlando e chiarendosi ma invece c’è stata chiusura. Dopo la Coppa dei campioni sono stato male: sono una persona emotiva, ho avuto le mie colpe ma in campo ho sempre dato il duecento per cento per la squadra. Non avevo voglia di fare un altro anno così».

Voci di corridoio raccontano di una posizione netta assunta da parte tua, una sorta di “o io o lo staff tecnico” che ha portato alla fine del rapporto sportivo.

«E’ così, ero stato chiaro - conferma Sambucci -. Poi ho iniziato a sentire voci sulla riconferma dello staff e mi sono chiesto cosa volessi fare a 34 anni. Parma è casa mia, avevamo speso parole con il presidente su progetti futuri. Quando è stata decisa la conferma di Saccardi ho chiesto alla società se fosse d’accordo sulla mia permanenza e mi è stato risposto che non ci sarebbero stati problemi se ci fossimo chiariti direttamente con l’allenatore. Ho chiesto il chiarimento ma mi è stato negato. Ho mandato messaggi alla società ma non ho ricevuto alcuna risposta ufficiale. Sono deluso, mi sento un po’ tradito. Dalla società e anche da qualche compagno di squadra che aveva condiviso il mio malumore. La verità è una: non giocherò più nel Parma perché sono incompatibile con l’allenatore. E mi è stata tolta la possibilità di parlare con lui».

Quella tra te e il baseball parmigiano è stata una lunga storia costellata da gioie e successi inframmezzati da qualche cocente delusione sportiva.

«Sono arrivato a Parma a vent’anni, nel 2009, chiamato da Gerali che mi aveva visto all’opera in una serie di partite amichevoli tra il Bologna e una selezione di giocatori americani. . Arrivavo da Latina, prodotto di una generazione nella quale spiccavano anche i nomi di Ularetti, Cozzolino e Reginato. L’anno successivo abbiamo vinto lo scudetto al termine di una stagione indimenticabile. La finale contro il Bologna fu emozionante. Realizzai un fuoricampo importante nella sesta partita mentre della settima ricordo solo l’ultimo out, un’assistenza di Munoz dalla terza base».

Poi arrivarono anni difficili.

«Sponsor spariti, giocatori stranieri non perfetti: nel 2014 accadde il patatrac. Io, Zileri, Poma e Desimoni fummo costretti ad andarcene da Parma, l’anno prima se ne erano andati Corradini e Bertagnon. Ho giocato per tre stagioni a Bologna vincendo due Coppe Italia e uno scudetto. Sotto le due torri ho conosciuto una realtà molto professionale, strutturata e organizzata: noi dovevamo pensare solo a giocare. E a Bologna ho conosciuto meglio Lele Frignani e Claudio Liverziani, persone che mi hanno aiutato moltissimo».

Poi l’avvento a Parma di Luca Meli e di Parma Clima e la scelta di ritornare nel ducato.

«A Parma era tornata la stabilità economica, serviva solo un po’ di olio negli ingranaggi - sorride Sambucci -. Nel 2018 e nel 2019 abbiamo impegnato allo stremo un Bologna stellare, nel 2021 - dopo l’anno orribile del Covid in cui si è giocato per onor di firma - siamo tornati ai vertici vincendo la Coppa dei Campioni, trofeo bissato nel 2022 contro un Amsterdam davvero molto forte».

Ad Ostrava Sambucci si è meritato il titolo di miglior giocatore della manifestazione.

«Nella circostanza mi aiutò molto Giovanni Fossa. Si rivelò molto più di un coach. Fu un confessore, un amico, uno psicologo. Mi diede ciò di cui avevo bisogno. Ma non bisogna dimenticare alcune giocate di Poma, il rilievo di Rivera nella semifinale contro Bologna, la dedizione di Monello che giocò sempre con un dito rotto...».

Nel 2022 invece lo scudetto sfumato nella notte di San Marino dopo una grande illusione.

«Il baseball ha deciso che non dovessimo vincere noi. Dopo la partita rilasciai un’intervista televisiva che mi attirò molte critiche solo per aver detto la verità sulle difficoltà di un baseball nel quale gli italiani non giocano quasi più. E i risultati della nazionale ne sono la diretta testimonianza. Io e la mia generazione siamo cresciuti con un’Accademia, ci siamo fatti spazio tra giocatori forti: adesso la nazionale e il talento sono lasciati a loro stessi».

E ora? Quale futuro attende Alex Sambucci?

«Non lo so. Ho ricevuto un paio di offerte da Parma che devo valutare. Ho anche pensato di smettere ma prima devo prendermi qualche rivincita. Mi sono arrivate anche alcune proposte da altre parti d’Italia ma non è facile allontanarmi da Parma. Ormai è la mia città».

Gianluigi Calestani

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