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ANALISI

Turismo, aumentano gli stranieri nel 2023 a Parma. In testa francesi, tedeschi e americani

Turismo, aumentano gli stranieri nel 2023 a Parma. In testa francesi, tedeschi e americani

di Monica Tiezzi

18 Gennaio 2024, 03:01

Segno più a Parma per il turismo nel 2023: le cose vanno bene in città, soprattutto per gli arrivi dall'estero, un po' meno nel resto della provincia. Il 2023 marca, per la città, un aumento a due cifre dei turisti internazionali: più 21-22% rispetto al 2022. Calano invece, anche se di poco (fra il 2 e il 3%) i turisti italiani.

I dati resi noti dall'assessorato al turismo del Comune distinguono i turisti che hanno pernottato almeno una notte in città, e quelli che ci hanno visitato solo di passaggio. I secondi sono stati complessivamente 371.289 - da gennaio a novembre 2023 - di cui 201.465 italiani e 159.824 stranieri. Rispetto al 2022 un - 2,8% di presenze italiane e un + 22,1% di presenze straniere.

I turisti che hanno scelto Parma per un soggiorno più lungo (in media 3-4 notti) rispecchiano lo stesso trend: turisti italiani 394.560 (con una diminuzione del 2.2%), turisti stranieri 301.691 (con un aumento del 21%), per un totale di 696.251.

Fra gli stranieri, spiccano i francesi (quasi 26 mila presenze, quindi sia pernottamenti che visite di una giornata), poi tedeschi (quasi 21.500 presenze), statunitensi (quasi 17 mila) e Svizzera e Lichtenstein (quasi 16 mila).

Parma, ad eccezione di Bologna, si posiziona in testa alle città emiliane nelle scelte del turismo italiano e straniero. Rispetto al milione e 67 mila (fra presenze di passaggio e con pernottamento) di Parma, Modena si ferma a 892 mila, Reggio a 418 mila, Piacenza a 443 mila, Ferrara a 638 mila.

Per il vicesindaco, e assessore al turismo, Lorenzo Lavagetto, «si tratta di dati positivi che consolidano le capacità attrattive della città. Vengono premiati anni di lavoro. Un lavoro di filiera che vede le istituzioni e gli amministratori al fianco dei privati, grandi e piccoli».

Lavagetto cita l'esperienza positiva del consorzio «Destinazione turistica Emilia» (nato nel 2017 e competente per le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia), ma anche gli eventi che hanno portato turisti in città: dal Verdi Festival, al Settembre Gastronomico, ai concerti estivi al Parco Ducale.

Se anche la Regione canta vittoria parlando, a livello regionale, di «un netto recupero di presenze e arrivi attestati rispettivamente a 60 milioni e 14 milioni secondo i dati dell’Osservatorio turistico regionale e Unioncamere», Federalberghi frena gli entusiasmi. «L'Istat certifica 37 milioni di pernottamenti, a livello regionale, da gennaio a novembre 2023. Se la Regione parla di 60 milioni vorremmo capire da dove saltano fuori i 23 milioni mancanti. È abusivismo? Perché allora c'è un grosso problema di imposte evase. Oppure si tratta di numeri elaborati anche, ad esempio, sugli ingressi ai caselli autostradali o sull'aggancio alle celle telefoniche, di ambigua lettura» dice Ennio Incerti, presidente di Federalberghi Parma.

Tornando ai dati della città, «i numeri del 2023 non possono essere raffrontati con il 2022, anno nel quale eravamo ancora alle prese con mini lockdown - continua Incerti - ma con il 2019, anno pre Covid di piena operatività».

Il dato delle presenze certifica quindi un +3,8% nel confronto 2019-2023 in città (ma con mesi negativi come gennaio e febbraio), e un pesante -10,8% in provincia.

«Se non c'è da entusiasmarsi troppo, bisogna però dire che la città è ripartita - ammette Incerti - e che la ripresa è importante. È ripartito il turismo per piacere, ma anche quello congressuale e quello legato alle Fiere, un polo fondamentale capace di muovere grandi numeri».

La direzione intrapresa è quindi quella giusta. Incerti cita in particolare la legge regionale 4 del 25 marzo 2016 sulle politiche di sostegno alla valorizzazione e promo-commercializzazione turistica, «che punta sul turismo che porta pernottamenti, che poi è il vero turismo, perché la visita giornaliera è piuttosto escursionismo, economicamente poco rilevante», dice Incerti.

Per il presidente di Federalberghi è una delle leggi migliori a livello nazionale, che, oltre ad investire sulle aziende regionali di promozione turistica e su Destinazione Emilia, «finanzia il 30% degli investimenti dei privati e rappresenta in questo senso un forte stimolo. In Emilia siamo i più virtuosi ad utilizzarla, con più progetti di, ad esempio, Reggio Emilia e Piacenza». Le critiche di Incerti alla legge vanno casomai in in un'altra direzione: «La disparità di distribuzione di risorse fra la costa e le città d'arte».

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