SALSOMAGGIORE
Una notte ad alto livello (alcolico), con ogni probabilità. Certo è che quel 15 febbraio 2020 il ragazzo - oggi 28enne, origini dominicane - era irrefrenabile. Sia a parole, perché prima avrebbe insultato a più riprese i carabinieri, che nei fatti, visto che poi se l'è presa con il cancelletto di ingresso della caserma. Un volto noto nella cittadina termale, già con qualche precedente, che ieri si è accollato una nuova condanna: 6 mesi per danneggiamento. Il giudice Saponiero l'ha infatti assolto dal reato di oltraggio a pubblico ufficiale, come anche richiesto dal pm Vicini.
Niente oltraggio, ma per una questione meramente giuridica, perché nessun altro ha sentito le sue ingiurie, al di fuori dei carabinieri che hanno confermato tutto durante il processo. «Corrotti, pezzi di m..., brutto coglione»: questi e altri insulti avrebbe detto prima al telefono, percorrendo la strada tra Tabiano e Salso, e poi direttamente davanti alla caserma.
Scatenato al cellulare e poi anche di fronte all'ingresso. E tutto ciò perché, a sua richiesta, i carabinieri avrebbero dovuto muoversi per effettuare una perquisizione in un determinato posto da lui indicato e poi avrebbero dovuto aprirgli la porta per farlo parlare con un maresciallo nonostante però fossero le 3 di notte.
Naturalmente, non essendoci alcun pericolo imminente, avrebbe potuto tornare il giorno dopo per presentare una denuncia o esporre le sue ragioni, ma invece aveva pensato bene di farsi strada da solo. Prima aveva rotto il cartello con la scritta «chiudere il cancello», poi aveva anche smurato la parte inferiore dell'inferriata di recinzione.
G.Az.
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